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Il calcio siciliano in crisi, Messina e Akragas rischiano di sparire

Lo stadio "Celeste"

AGRIGENTO. Le trattative per cedere le quote societarie dell’Akragas non decollano: l’attuale proprietà, che solo in extremis ha deciso di iscrivere la squadra, decide di non versare la fideiussione di 350 mila euro entro il termine che scadeva ieri. Nella migliore delle ipotesi, se la situazione si dovesse sbloccare, la garanzia assicurativa sarà presentata nei prossimi giorni e si incapperà nella penalizzazione di un punto. Ma non è tutto. Entro domani, infatti, la Lega chiede di adempiere a un obbligo federale che prevede, in sostanza, di mettere il bilancio in pareggio con un nuovo apporto di capitale da parte dei soci.

Nel caso dell’Akragas vengono chiesti 150 mila euro ed è scontato che l’attuale socio di maggioranza Marcello Giavarini e il presidente Silvio Alessi non intenderanno accollarsi neppure questo onere. «Non si sono concretizzate le trattative per la cessione di quote societarie che ci erano state date per scontate nei giorni antecedenti la presentazione della domanda - spiega la società con una nota - né tanto meno sono stati sottoscritti i contratti di sponsorizzazione promessi, nonché il rinnovo di quello già esistente con Enel. Allo stato attuale purtroppo la situazione non è mutata e, come già più volte ribadito dai presidenti Alessi e Giavarini, in qualità di socio di maggioranza, non è più intenzione degli stessi continuare da soli».

Situazione analoga a Messina. La fideiussione non c'è ancora, i giallorossi rischiano un'altra penalizzazione. Ma lo spiraglio sul futuro che si è aperto ieri ha cambiato la giornata dei tifosi e restituito comunque un po’ di spazio alla speranza. Francesco Barbera, l’imprenditore del caffè che era già stato vicino al Messina più volte in questi mesi, ha deciso di dare una mano alla società. Non entrerà in quota, questo lo ha ribadito chiaramente, ma farà una sponsorizzazione importante. Con altri due imprenditori locali ha deciso di mettere a disposizione del Messina una cifra che dovrebbe bastare a ripianare il bilancio (come richiesto dalla Covisoc) e a sistemare le carte per l'iscrizione.

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