Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Innocenti mira d'argento: "Ma ora lascio"

Marco Innocenti

RIO DE JANEIRO. E' d'argento la mira di Marco Innocenti, il tiratore toscano che anni fa aveva giurato a se stesso che prima o poi sarebbe salito sul podio di un'Olimpiade. Ce l'ha fatta a Rio, dove ha rischiato di non andare se il ct Mirco Cenci avesse scelto al suo posto Daniele Di Spigno, poliziotto pluricampione del mondo che sperava di partecipare ad un'altra edizione dei Giochi.

Alla fine in Brasile è andato l'unico tiratore azzurro a non far parte di gruppi sportivi militari, appunto Innocenti, che per vivere gestisce un'armeria a Montemurro, nella sua Toscana, e Di Spigno è venuto nel poligono di Deodoro semplicemente come tifoso. Esulta anche lui quando Innocenti si qualifica al 'medal match' per l'oro, un po' meno quando capisce che per il compagno c'è poco da fare contro il kuwaitiano Aldeehani. Nel duello per il gradino più alto del podio, l'azzurro parte con un errore, ma capisce di aver perso all'ottavo turno di tiro quando con un doppio errore consegna il trionfo al rivale, che vince per 26-24.

"Avevo dato tutto nella finale a sei prima del 'medal' - spiega poi Innocenti - e a dir la verità mi sentivo un po' scarico". E' felice lo stesso, e annuncia che si ritira dall'agonismo ("continuerò a sparare solo per diletto") perchè così chiuderà in bellezza. Invece quello che si arrabbia è Aldeehani pur avendo vinto l'oro: fa infatti slittare l'inizio della premiazione insistendo che deve essere eseguito l'inno del suo paese invece di quello olimpico.

Ma il problema è che il Kuwait, paese di ottime tradizioni nel tiro a volo, è stato sospeso dal Cio per ingerenze politiche nel comitato olimpico locale, e i suoi atleti sono a Rio sotto bandiera dello stesso Cio, un po' come il Team dei Rifugiati. Alla fine se ne viene capo, e il tiratore senza bandiera si prende l'oro che ha meritato. Si tratta, bisogna sottolineare, di un successo anche un po' italiano perchè il vero numero uno di oggi è l'attuale ct azzurro Mirco Cenci, ex campione di questa disciplina che già a Pechino aveva condotto il poliziotto Francesco D'Aniello all'argento olimpico.

Ma in passato l'umbro Cenci è stato il commissario tecnico proprio dei kuwaitiani, ai quali ha insegnato a sparare. Erano i tempi in cui, ha più volte raccontato, gli sceicchi lo pagavano portandogli buste della spesa piene di dollari e poi lo portavano a caccia con i loro falconieri.

Poi però ha prevalso la nostalgia di casa e Cenci ha preso la guida dell'Italia, paese che adora anche se sui social è in perenne polemica con gli animalisti e la maggior parte della classe politica. Ma ora è lì che abbraccia Innocenti e si commuove: non vuole che l'altro lasci dopo questo argento inaspettato.

Ma il decimo 'medagliato' italiano di Rio 2016 non sembra intenzionato a cambiare idea: "Ho dimostrato che con passione e tenacia si può arrivare molto in alto anche non facendo parte dei gruppi sportivi militari - dice -. Però ho problemi di tempo, visto che per vivere devo anche lavorare, e di approvvigionamento (di cartucce ndr). Quindi lascio, e voglio stare più tempo con le mie due bambine". Cenci dovrà quindi rassegnarsi, ma sicuramente troverà un 'erede'.

Caricamento commenti

Commenta la notizia