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Nba, le lacrime e delirio dei fan per l'addio di Kobe Bryant

NEW YORK. È un palazzetto pieno fino all'inverosimile quello che saluta 'Black Mambà. L'ultimo capitolo della ventennale avventura Nba di Kobe Bryant si gioca sul parquet di casa, allo Staples Center, dove i Los Angeles Lakers affrontano gli Utah Jazz.

Punto di riferimento di una generazione intera, Bryant entra in campo accolto da un pubblico in delirio. Ha gli occhi lucidi mentre osserva il video tributo che ripercorre la sua carriera, proiettato sui maxi schermi. E la commozione aumenta quando sul parquet entra per celebrarlo un'altra leggenda dei Lakers, Magic Johnson, che chiede ai fan di «farsi sentire con l'ovazione più lunga di sempre». E poi ci sono i messaggi di altri campioni come Shaquille ÒNeil, Carmelo Anthony, LeBron James, e la star del cinema Jack Nicholson. Mentre l'allenatore Byron Scott afferma: «È la sua serata, vogliamo che si diverta il più possibile».

Ad aprire i giochi di una notte a metà tra lacrime e sorrisi è Flea, il  bassista dei Red Hot Chili Peppers fanatico dei Lakers,  che suona l'inno nazionale. Gli Utah, anche se in palio ci sono i playoff, fanno solo da comparsa, la serata è tutta per Kobe, e ad ogni suo canestro il palazzetto esplode. «Gli applausi questa volta sono per qualcosa in più del suo talento - dice il sindaco di Los Angeles, Eric Garcetti - Sono per gli innumerevoli ricordi che lascia ad una generazione intera di fan, ispirati dalla tenacia che ha portato in campo ad ogni
partita». Per partecipare alla sua ultima prestazione con la casacca dei Lakers i tifosi hanno sborsato almeno 800 dollari. Il suo sponsor, Nike, ha deciso di celebrare la carriera del cestista con un video, 'The conductor', mentre la rete da questa mattina è invasa da saluti e ringraziamenti da ogni parte del mondo con l'hashtag #MambaDay e #ThankYouKobe.

L'annuncio del ritiro a fine stagione è arrivato il 29 novembre, con una lettera struggente: «Caro basket, sono pronto a lasciarti - aveva scritto Bryant - Cuore e mente lottano ma il corpo sa che è il momento di dire addio». Il campione di Filadelfia ha messo a segno numeri da record, che lo rendono uno dei giocatori più forti di sempre: quasi 49 mila minuti giocati, oltre 33 mila punti segnati, cinque titoli Nba e due ori olimpici con il Dream Team in bacheca. E Kobe non ha deluso nemmeno all'ultimo atto, con una prestazione-show incorniciata addirittura da 60 punti.

Classe 1978, Kobe inizia ad avvicinarsi al basket sin da piccolo in Italia, spostandosi nelle diverse sedi dei club per i quali gioca il padre Joe Bryant, ultima delle quali è Reggio Emilia, la città degli amici e della passione crescente per il canestro. E quella che, come racconta lui stesso, «gli è rimasta nel cuore». Tornato negli Usa si iscrive alle scuole superiori, e nel 1996 approda ai Lakers, spiccando il volo verso la leggenda.

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