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Kerber vince gli Australian Open, battuta Serena Williams

MELBOURNE. Gli auguri, da tedesca a tedesca, di Steffi Graf hanno funzionato. Angelique Kerber, sulla quale pochi alla vigilia avrebbero scommesso, ha vinto gli Australian Open battendo la campionissima, e favoritissima, Serena Williams. Impedendole così non solo di affermarsi per la settima volta, alla settima finale, a Melbourne; ma anche (e in questo gli auguri della leggenda del tennis erano interessati...) di eguagliare il record di titoli Slam - 22 - detenuto proprio da Steffi. Impresa che alla numero 1 era già stata negata da Roberta Vinci con la semifinale degli Us Open 2015. E proprio da allora è cominciato il periodo buio della statunitense.

Numero 6 del ranking (ma lunedì salirà al 2/o posto), la 28enne mancina di Brema, che nelle sei precedenti sfide aveva sconfitto Serena solo una volta, si è imposta per 6-4 3-6 6-3, in 2h08'. La 34enne statunitense era arrivata all'ultimo atto senza cedere un set, superando nei quarti la russa Sharapova (5) - da lei battuta in finale l'anno scorso - e in semifinale la polacca Radwanska (4); mentre per la Kerber l'ostacolo maggiore era stata la bielorussa Azarenka (16) nei quarti.

Che fosse agguerrita, Angelique lo ha fatto capire dal primo set, salendo 3-1 e poi 5-3, e chiudendo 6-4 con il servizio tenuto a zero. Nella seconda frazione la campionessa uscente reagisce: si porta 4-1 e la archivia per 6-3. A quel punto ci si aspettava lo sprint finale della Williams e un epilogo secondo pronostico. Invece, la coriacea tedesca ("non ho un carattere facile", dice di sé) non molla, sbaglia meno dell'avversaria, lotta su ogni palla e comincia a intravedere l'impresa: nel sesto game, il più lungo del match (quasi 11') sale 4-2; sul 5-2 ha due match point, ma Serena glieli annulla e incamera due giochi.

Sul 5-4, dopo altri due match point annullati, l'americana è a un passo dal 5-5, ma la Kerber non fallisce l'ultimo, su una volée fuori della Williams. L'abbraccio tra le due suggella l'ottavo titolo in carriera per Angelique, il suo primo (alla prima finale) in un 'major', il primo di una tedesca a Melbourne dopo, guarda caso, la Graf nel 1994. Mentre, per Serena, anche nel 2016 niente Grande Slam. E, guarda caso, l'ultima a vincere i quattro 'major' nello stesso anno è stata Steffi, nel 1988.

"Per tutta la vita ho lavorato duro e ora sono qui e posso dire di essere una campionessa Slam", esulta la Kerber. Poi l' omaggio all'avversaria sconfitta: "Sei un'ispirazione per tante persone. Hai fatto la storia, sei una campionessa, una persona incredibilmente grande, congratulazioni per tutto quello che hai fatto fin qui". "Goditi questo momento, sono veramente felice per te", le fa eco Serena, elogiandola: "Ha un atteggiamento che può essere di insegnamento a molti: essere sempre positivi e non arrendersi mai".

E conclude, rassegnata: "Non avendo potuto vincere io, sono contenta che lo abbia fatto lei". Dopo Kerber e Williams, sono scesi in campo i finalisti del doppio. Lo scozzese Jamie Murray e il brasiliano Bruno Soares si sono aggiudicati il titolo battendo per 2-6 6-4 7-5 il canadese Daniel Nestor e il ceco Radek Stepanek. E chissà che la vittoria non sia di buon auspicio per il fratello minore di Jamie, Andy, chiamato domani alla 'mission impossible' contro Novak Djokovic, campione in carica (oltre che nel 2008, 2011, 2012 e 2013) e numero 1 del mondo. Quattro volte finalista (tre volte ko con Nole), a Melbourne Andy Murray non ha mai vinto e il bilancio dei precedenti è 21-9 per il serbo. Ma, come insegna la finale femminile, nel tennis le sorprese sono sempre possibili.

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