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Il mondo del calcio in ansia per Cruijff, ha un tumore ai polmoni

Johan Cruijff

BARCELLONA. Una delle leggende del calcio mondiale, Johan Cruijff, avrebbe un tumore ai polmoni. La notizia shock arriva dalla Spagna, da Radio Catalunya che ha pubblicato l'indiscrezione destinata a far preoccupare l'intera famiglia del calcio e che ha rapidamente fatto il giro del mondo.

Il male sarebbe stato diagnosticato all'ex fuoriclasse olandese, stella dell'Ajax, del Barcellona e della nazionale Orange, martedì scorso nella città catalana e in questi giorni il 68enne ex fuoriclasse si starebbe sottoponendo a ulteriori accertamenti. Cruijff (ribattezzato da Gianni Brera il 'Pelè biancò), vincitore di 3 Palloni d'Oro tra il 1971 e il 1974, condensati in quegli anni da tre Coppe dei campioni, ex fumatore pentito che ha partecipato anche ad una campagna di sensibilizzazione contro il tabacco, ha avuto già a che fare con la malattia: nel 1991 si sottopose a un intervento chirurgico a cuore aperto a causa di un'insufficienza coronarica e che poi fu all'origine, a neppure 50 anni, della fine della sua carriera da allenatore. Considerato uno dei migliori giocatori della storia del calcio e da alcuni addirittura «il migliore in assoluto» (l'IFFHS lo ha eletto 2/o miglior calciatore del XX secolo dietro Pelè), il più famoso n.14 della storia è stato l'interprete più emblematico del cosiddetto calcio totale, quello che negli anni '70, con l'Ajax e l'Olanda di Rinus Michels, rivoluzionò il modo di giocare a pallone.

È riuscito a vincere anche stando in panchina con le due squadre del suo cuore, ma i continui problemi cardiaci lo hanno costretto poi a lasciare definitivamente la panchina nel 1996, dopo 8 anni alla guida del Barca con cui vinse 4 Liga, una Coppa dei Campioni (contro la Samp di Vialli e Mancini), una Supercoppa e una Coppa delle Coppe. È uno dei sei allenatori ad aver vinto la «Coppa con le grandi orecchie» dopo averla vinta da giocatore: condivide il record con Munoz, Trapattoni, Guardiola, Rijkaard e Ancelotti. Abbandonata l'attività agonistica, il «Profeta del gol», come l'aveva ribattezzato Sandro Ciotti in un indimenticabile film documentario del 1976, negli ultimi anni si è ritagliato un ruolo manageriale, occupandosi soprattutto della Fondazione che porta il suo nome e tornando però ad allenare in modo amatoriale, dal 2009 al 2012, la nazionale della Catalogna. Perchè la sua seconda vita calcistica, dopo quella in arancione, è stata proprio in Catalogna. E da lì ora parte la notizia che allarma il mondo del calcio.

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