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Milan impacciato, rimpianti Inter
Derby specchio della stagione

Alla fine proteste di Mancini contro l'arbitraggio di Banti

MILANO. Scenografie sontuose ispirate all'orgoglio milanese, luci e citazioni manzoniane per un pareggio senza spettacolo: il derby di Milano si gioca sugli spalti mentre in campo vanno in scena i resti di due squadre che hanno fatto la storia e che oggi sembrano vivere di ricordi. Inter e Milan sono cambiate, hanno vissuto una mutazione genetica, sprofondano in una ordinaria mediocrità, fanno i conti con la realtà, molti debiti e pochi soldi, troppo pochi per comprare sogni di gloria. Due squadre operaie che fanno fatica, senza genio, nè fantasia che perdono l'ultimo treno per l'Europa.

Il derby rispecchia i tempi che entrambe le squadre vivono, forse l'Inter cerca la rete con maggiore determinazione, recrimina per un gol annullato e protesta per un rigore non concesso. Tuttavia, l'arbitro Banti non convalida una rete al Milan per un fuorigioco di De Jong. Alla fine il pari ci sta: i nerazzurri partono bene ma reggono per un quarto d'ora quando il Milan riprende in mano la partita e detta i ritmi di gioco. Nel secondo tempo, l'Inter reagisce con intensità con i rossoneri che arretrano. La partita non riserva grandi emozioni e si accende nella fase finale: troppo poco per una sfida che resta epica nell'immaginario dei tifosi, accorsi allo stadio in modo massiccio. Settantacinquemila spettatori per una festa di pubblico, più che di calcio. Il primo tempo scivola via con sporadiche occasioni. All'11 gran tiro di Henanes al quale risponde Menez che mette al centro un buon rasoterra sul quale non arriva Van Ginkel. Suso cerca la giocata personale al 18'e al 20'. Quasi allo scadere della mezz'ora, annullato un gol al Milan firmato da Alex ma viziato dal fuorigioco di De Jong. Poco dopo, ancora Suso in evidenza ma i primi 45' si chiudono con Diego Lopez che per poco non combina un guaio: il portiere sbaglia il controllo e la palla rischia di diventare un assist perfetto per Icardi. Brivido tra i tifosi nerazzurri.  La ripresa si apre nel segno del Milan con Bonaventura che va al tiro. Al 3' ancora un gol annullato a Icardi, questa volta il fuorigioco è plateale. Al 12' lampo di Palacio e salvataggio con il corpo di Mexes.

L'Inter cresce: prova Kovacic, il suo tiro si spegne a lato. Al 19'episodio dubbio e protesta dell'Inter che chiede il rigore per un presunto fallo di mano di Antonelli che si oppone a Hernanes. Sale la tensione, si arrabbia il capitano Ranocchia, poi torna la calma e si riprende a giocare. L'Inter cerca di mantenere i nervi saldi e continua nella sua ricerca del vantaggio. Al 27' annullato un gol all'Inter: Icardi la mette al centro, Mexes devia in rete. Esultano i giocatori, sorride Mancini, vitreo il francese. Lo stadio è una bolgia. Poi la doccia fredda: Banti non assegna il gol per un fallo di Palacio che avrebbe trattenuto Antonelli. Lo stadio insorge contro l'arbitro. I nerazzurri non si perdono d'animo, riordinano le idee e al 35' miracolo di Diego Lopez che riesce a opporsi su tap in di Palacio dopo un tiro di Obi. D'Ambrosio tenta il tiro dalla distanza. Il Milan sembra non reagire. Solo al 40' si fa vivo Destro ma non è efficace. Sul finire, Icardi avrebbe la palla del vantaggio: l'argentino, dopo uno splendido controllo, calcia a volo senza trovare la porta. Ultima emozione la regala De Jong con una acrobazia sul secondo palo. Handanovic para in due tempi.

Finisce a reti inviolate con Roberto Mancini decisamente contrariato per l'arbitraggio e Inzaghi che si aspettava di più nella seconda metà del primo tempo. L'allenatore dell'Inter è stato coraggioso: ha buttato nella mischia un diciottenne ivoriano, Gnoukouri (che esce per crampi tra gli applausi del pubblico di casa). Mancini ha puntato su una squadra offensiva, ha cercato di cambiare in corso d'opera ma non è riuscito a trovare la vittoria del rilancio. Avrà molto da dire a Thohir, arrivato dall'Indonesia per l'occasione. Inzaghi invece a piccoli passi rimette un certo ordine in una squadra che fatica a segnare.  Mancano sette partite alla fine del campionato, quasi una liberazione per Milan e Inter. Molte le ombre sul futuro: bisogna capire se l'Inter di Thohir pensa davvero in grande, mentre sul Milan grava il peso del futuro societario, un rebus che potrebbe essere risolto nei prossimi mesi. Solo allora si potrà decifrare la sorte della squadra e del suo allenatore.

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