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Staffettisti d’argento assolti: “Adesso chi ci ripaga”

ROMA.  L'argento europeo conquistato dalla staffetta azzurra a Barcellona 2010 è pulito, il record italiano è salvo. Il Tribunale Nazionale Antidoping ha assolto Simone Collio, Maurizio Checcucci e Roberto Donati: tre degli sprinter della 4x100 deferiti dalla Procura Coni, sulla base delle carte della Procura di Bolzano, titolare dell'inchiesta nata dalla positività di Alex Schwazer. E il mondo dell'atletica tira un sospiro di sollievo. Collio, però, si sfoga: "Non è giusto che si debba devastare così la vita delle persone, sono stato sputtanato in tutto il mondo. Sono passato per un dopato. La mia carriera è stata devastata". Su di lui pendeva una richiesta di 2 anni e 3 mesi, relativa all'accusa di "manomissione o tentata manomissione di un controllo", contestata anche a Checcucci (per lui erano stati richiesti 2 anni): sostanzialmente l'aver coperto l'uso del cortisone Bentelan, vietato a ridosso delle gare. Collio, inoltre, doveva rispondere assieme a Donati (rischiava 8 mesi), della frequentazione con il medico inibito, Carlo Santuccione.

Nel pomeriggio però l'assoluzione completa che lascia intatto un record (38''17) che resisteva dal 1983, strappato ad atleti come Mennea, Tilli, Simionato e Pavoni. "Sono incazzato come una bestia - aggiunge Collio -. Io sapevo di essere innocente e anche se mi toglievano la medaglia, per me l'avevo vinta. Ho ricevuto messaggi da tutto il mondo che mi chiedevano se fossi stato beccato con il pene finto a un controllo, perché il 2.5 viene dato in quei casi. Chi mi ripaga del danno incredibile alla mia immagine?".

È solidale con lui il n.1 Fidal, Alfio Giomi: "Le sentenze si rispettano sempre, sia quando sono a favore che quando sono contro. In questa occasione lasciatemi esprimere, a titolo personale e istituzionale, la soddisfazione per l'assoluzione. Aggiungo che non posso non concordare con l'amarezza da loro espressa, perché nessuna sentenza potrà ripagarli di quanto accaduto. Così come nessuna sentenza potrà mai ripagare l'atletica italiana per quante volte, a torto o a ragione, è stata e verrà chiamata in causa in questi giorni. E questo vale per i 65 atleti che appartengono al nostro movimento come per le centinaia di atleti delle altre discipline sportive coinvolti nei pasticci legati ai mancati controlli degli anni 2011-2012".

Due di questi sono stati ascoltati oggi in Procura: l'ex campione europeo di cross Andrea Lalli e quello mondiale nel salto con l'asta Giuseppe Gibilisco che all'uscita commenta l'assoluzione dei compagni: "Mi fa piacere, quel record se lo sono meritato, soprattutto il professor Di Mulo che l'ha costruito con tanta passione". Sulla 'mancata reperibilità' ai controlli, invece: "ho sottolineato che sono 20 anni che sto a Formia e quando mi hanno cercato mi hanno sempre trovato. Io sono stato sempre reperibile ovunque".

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