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Prandelli si gode Rossi-Balotelli: "La coppia funziona"

Il ct dell'Italia ha parole dolci per il tandem d'attacco dopo il pareggio di Londra contro la Nigeria: "Non era scontato che potessero trovarsi subito così bene"

LONDRA. Tre anni di Italia, cinquanta panchine e Cesare Prandelli festeggia il suo piccolo record - dietro grandi ct come Sacchi e Lippi - con una serata di soddisfazioni azzurre. E con una certezza in più: Rossi-Balotelli funzionano, insieme e per la squadra. Può essere questa la coppia giusta per il Mondiale, «anche se per scaramanzia da ora in poi una cosa del genere non la dirò più», scherza il commissario tecnico. «Ma loro due insieme mi sono piaciuti: non era scontato che potessero trovarsi subito così bene - racconta Prandelli dopo il 2-2 - E invece si sono cercati e trovati, non era facile visto che era la loro prima volta. Ma sanno trovare i tempi giusti, e quando hai grande qualità tecnica anche il poco tempo per trovare le intese è un problema che si supera». Se c'è un rimprovero da fare alla sua nazionale, non è tanto nei problemi in difesa (ancora un gol di testa ma il ct sottolinea che «c'era fallo su Pasqual, tutta la vita»): «Sull'1-0, abbiamo sbagliato a fare un palleggio sterile: le grandi squadre, in occasioni del genere, chiudono la partita». Però l'immagine generale dei 90' è più che soddisfacente: «Abbiamo dominato, nel gioco e nelle occasioni. So che la Nigeria - ammette - era stanca per la partita di sabato e per aver viaggiato tanto. Ma sono comunque una nazionale forte fisicamente, abile tecnicamente e veloce nelle ripartenze. Eppure, grazie anche al lavoro di Rossi e Balotelli, abbiamo sempre avuto la supremazia territoriale». Prandelli torna sul momento in cui la Nigeria ha ribaltato il risultato: «Abbiamo rallentato, e loro con due lampi ci hanno sorpreso. Ma abbiamo sempre fatto noi il gioco: è stata una gran partita, vorrei sempre vederne così. E rispecchia un anno dal bilancio positivo». È un discorso valido anche per il triennio di Prandelli, cominciato a Londra nell'agosto 2010 e chiuso con l'anno solare di nuovo a Londra, stasera: «In questi anni abbiamo impostato un lavoro di mentalità nuova: abbiamo costruito - ribadisce - una nazionale offensiva e propositiva». Anche se non tutti, a detta del ct, lo riconoscono. Ora il 2013 si chiude, a Prandelli resta poco tempo e pochissime partite (una sola amichevole prima dei convocati) per chiudere il cerchio. A fine mese la delegazione azzurra guidata da Prandelli partirà per il Brasile: il 6 dicembre c'è il sorteggio, poi si ufficializzerà il ritiro (Mangaratiba a 100 chilometri da Rio). A marzo si scioglierà il nodo della panchina dopo il Mondiale, intanto Prandelli lavorerò alla lista dei 23: per ora sono 15 o 16 i nomi certi. «Where is Totti?», chiedeva al ct uno striscione messo da tifosi italiani di Londra al Craven Cottage. Ma dopo l'infortunio del n.10 della Roma, il ct azzurro sembra aver richiuso gli spiragli aperti appena un mese fa. »L'ultima volta che ne abbiamo parlato, non gli ha portato bene - la notazione di Prandelli - Si è detto di lui al Mondiale, e si è fatto male: meglio se stiamo zitti«. Al di là degli scongiuri, c'è un giudizio che pesa: «Se mi fa gola uno come lui per risolvere la questione del trequartista? Francesco è un talento, ma il tempo passa per tutti. E noi abbiamo altri giovani». Come trequartista di sicuro no, e poi c'è l'incognita fisica, quella cui Prandelli dice di guardare con maggiore attenzione. Ecco perchè il prossimo appuntamento importante per la sua nazionale, più che la partita con la Spagna a marzo, saranno i test fisici di aprile. Li si deciderà l'Italia per il Mondiale.

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