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Disastro Milan, Barbara Berlusconi: "Serve cambio gestione" e Galliani è in discussione

Parole pesanti quelle della figlia del patron rossonero, secondo la quale la società negli ultimi due ani non ha speso poco, ma male. Un attacco neanche troppo velato all'amministratore delegato

MILANO. Un deciso cambio di rotta nella gestione del Milan, inteso come società. Lo ha sollecitato direttamente Barbara Berlusconi che, come appreso dall'ANSA, ha condiviso con il padre Silvio Berlusconi l'analisi sul momento della squadra e sottolineando in particolare che nelle ultime due campagne acquisti il Milan non ha speso poco ma male.  Concetti che rappresentano un attacco nemmeno troppo velato alla recente gestione dell'ad Adriano Galliani, al fianco di Berlusconi dall'inizio dell'avventura rossonera nel 1986, che non si è troppo scomposto nè ha commentato, prendendo atto della puntualizzazione arrivata in serata da Barbara Berlusconi: «Non ho mai chiesto il cambiamento dell'ad Adriano Galliani - ha detto la figlia dell'ex premier -. Nei numerosi colloqui telefonici con mio padre dopo la sconfitta con la Fiorentina ho chiesto semplicemente un cambio di filosofia aziendale per il Milan».  A livello di strategia o di volti, all'orizzonte ci sono dunque novità, e già circolano i nomi di Paolo Maldini e del dirigente della Roma Claudio Fenucci. Intanto si apre così un nuovo fronte interno in un Milan già in crisi di risultati. Dopo aver deciso assieme a Galliani di accordare fiducia a tempo all'allenatore Massimiliano Allegri, all'indomani della disfatta contro la Fiorentina che ha provocato la contestazione dei tifosi anche contro la società, Berlusconi ha avuto un altro importante confronto per fare il punto sulla situazione del Milan con la figlia Barbara, quella che più ha sposato la passione calcistica, entrando nel 2011 nel cda del club (era già in quello di Fininvest), e ottenendo una delega per i progetti speciali.  Al centro del ragionamento di padre e figlia sono finiti i motivi per cui la squadra si trova addirittura a 16 punti di distanza dalla zona Champions e a 3 da quella retrocessione. Le cause sarebbero state individuate nella mancata programmazione, nell'assenza, a differenza di altre squadre italiane, di una moderna rete di osservatori che vada a caccia dei migliori talenti prima che diventino top player, e in una campagna acquisti e cessioni estiva sbagliata e che non ha tenuto conto delle indicazioni della proprietà. Secondo quanto appreso dall'ANSA, questo è stato il punto centrale della discussione: come mai, è la domanda che si pone la famiglia Berlusconi, altre squadre italiane, come Fiorentina e Roma ad esempio, che non spendono più del Milan, dimostrano invece in campo un gioco migliore e una squadra più competitiva? Nelle ultime due campagne acquisti, è la convinzione della proprietà, il Milan non ha speso poco ma ha speso male.  Dopo essersi definito a inizio ottobre «sotto esame a fine stagione» come allenatore e giocatori, Galliani mercoledì scorso ha chiarito di non essersi stancato di fare l'ad del Milan e di essere ancora combattivo. In settimana sarebbero in programma altre riunioni per analizzare nel dettaglio i problemi e per tentare di rilanciare il Milan nonostante il disastroso inizio di stagione.

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