SEOUL. C'era una volta un «cannibale» di nome Eddy Merckx: correva e stravinceva. In bici si prendeva proprio tutto e agli avversari lasciava le briciole. Un «cannibale» c'è anche in Formula 1: il suo nome è Sebastian Vettel, la sua carriera da folgorante si sta pian piano trasformando in leggenda, perchè da quattro anni vince sempre - e senza annoiare - come confermano i tre titoli mondiali messi in fila.
Il pilota della Red Bull, stamattina in Corea del Sud, ha messo il sigillo sulla 42/a pole position (la sesta stagionale) di un curriculum motoristico che sta assumendo i contorni della cavalcata trionfale. Davanti a lui, in quanto a pole conquistate, sono rimasti soltanto il brasiliano Ayrton Senna e il connazionale Michael Schumacher. Non due piloti qualunque. Mostri sacri dell'automobilismo. «Non parliamo di record, per favore - ha detto Vettel, senza falsa modestia -. Amo la F1 ed è pazzesco essere accostato a nomi del genere. La macchina è ok, va veloce, ma non mi posso permettere di pensare ai record o a cose del genere. Domani c'è la gara ed Hamilton proverà a vincere».
Chissà, forse un giorno gireranno anche un film su di lui, dal titolo inequivocabile 'Il tedesco che vinceva tuttò. Non è bastato uno straordinario Lewis Hamilton, che da ieri sull'asfalto asciutto (altro che tifone) di Yeongam ha macinato chilometri a medie impressionanti. La grinta e la determinazione dell'inglese volante non sono servite per precedere Vettel che, con il tempo di 1'37«202, ha messo le mani sulla pole. E il povero Hamilton, nonostante gli sforzi, si è dovuto accontentare di affiancarlo in prima fila domani, partendo da -0,218 millesimi di secondo. Ma comunque è già qualcosa. Hamilton si è infilato fra le due Red Bull, precedendo Webber di un soffio: tuttavia, l'australiano dovrà partire dalla 7/a fila, perchè retrocesso al 13/o posto, in quanto deve scontare la penalità subita nell'ultimo Gp, a Singapore. Poi, la Lotus di Romain Grosjean, che prenderà il via accanto a Nico Rosberg, mentre i ferraristi Alonso e Massa scatteranno dalla terza fila: lo spagnolo ha accusato un distacco di 0,836 da Vettel, il brasiliano di 1»021. Alonso si è migliorato nell'ultimo tentativo, ma anche per effetto della decelerazione del campione iridato, che ha preferito risparmiare le gomme. Kimi Raikkonen (10/o) è finito dietro pure alle Sauber di Nico Hulkenberg ed Estaban Gutierrez.
Amaro Alonso, dopo le qualifiche. L'asturiano non si è detto «sorpreso», perchè «in termini di prestazione il sabato è sempre difficile per noi e continuerà a esserlo fino alla fine del campionato. La domenica di solito le cose migliorano e il nostro obiettivo è sempre il podio». «L'unica cosa - ha aggiunto - è che qui il degrado delle gomme, con la super soft, è alto. Il giro inizia molto più veloce, però perdi alla fine per un degrado alto. Parlo di gomme nuove. Forse c'è un pò più di graining sulla super-soft, un pò meno sulla media. Domani spero di essere più competitivo».
F1, Gp Corea: Vettel imbattibile, Alonso sesto e deluso
Il tre volte campione del mondo conquista la sesta pole della stagione. Dietro di lui Hamilton. Ancora indietro le Ferrari
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