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Inter, ecco Alvarez: qui per vincere tutto

Il trequartista argentino è nerazzurro: "Pronto per questa avventura, è un sogno che si realizza"

MILANO. L'unico sorriso, al termine di un'ennesima giornata di rabbia malcelata per la vicenda di calciopoli che sembra non finire mai, il presidente dell'Inter
Massimo Moratti ieri se l'era concesso parlando di Ricardo Alvarez: "Mi sembra abbia la qualità necessaria per divertire il pubblico e fare in modo che il pubblico possa avere delle speranze sempre maggiori di successo". "Ricorda anche un po' Mario Corso - azzarda Moratti -. Parliamo di due giocatori spettacolari, Alvarez avrà certamente una sua personalità, un suo gioco. Certo il sinistro è sempre un piede speciale: se lo usa bene, sarà fantastico". Bene, il giocatore argentino (e mancino) che sognava l'Inter dall'età di sei anni, è ufficialmente interista.
Sfida il caldo di Milano e si fa vedere, al suo arrivo a Linate, con una vistosa sciarpa nerazzurra a ridisegnare i contorni di collo e spalle. "E' un sogno che si realizza. Pronto a questa avventura, sono venuto qui per vincere tutto", sono le prime parole in Italia di Alvarez, (classe 1988, contratto da cinque anni a 1,8 milioni di euro) e c'é da credergli. Per lui, e per il padre interista Carlos, è il compimento di un desiderio lungo una vita: atterrare in Europa con giornalisti e telecamere ad attenderlo, vestire i colori nerazzurri, entrare a far parte del club campione del mondo ed essere compagno di squadra di Javier Zanetti, uno che per Alvarez è stato un esempio da seguire prima ancora che un mito da esaltare.
Inter sempre più argentina, dunque, secondo una tendenza fortunata seguita dalla dirigenza di corso Vittorio Emanuele. Ricky, che per fonte di ispirazione ha citato ieri Zinedine Zidane (anche se in patria i paragoni con Kakà si sono sprecati), si presenta come trequartista, benché in realtà il suo sia un calcio molto duttile, come richiede Gasperini, il cui 3-4-3 di base (ma non dogmatico) non sembra il modulo più adatto per chi fa da raccordo tra centrocampo e attacco. Alvarez non ha problemi a spostarsi sulle fasce come esterno sinistro. Il suo arrivo, peraltro, potrebbe essere il segnale per un addio da parte di Sneijder.
Ciò che Alvarez rappresenta, però, non è soltanto l'ennesimo colpo di mercato proveniente dal Sudamerica. Ricky, infatti, è anche l'esempio concreto del nuovo corso imposto dalla società di Moratti. Puntare su giocatori forti e motivati ma giovani, come lo stesso presidente ha spiegato ieri a Inter Channel. Campioni in grado di fare la differenza senza però sfondare quel muro rappresentato dal fair play finanziario. Sotto questo aspetto, chi si è mosso per tempo saprà cogliere
già nel breve periodo i frutti migliori. Chi ha fatto finta di nulla, invece, corre il rischio di ritrovarsi in mano un bilancio gestibile come un porcospino a mani nude: non guadagnerà altro che lacrime e sangue.

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