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Mondiali, sarà Russia nel 2018 e Qatar nel 2022

Per entrambi i paesi si tratta della prima volta che ospiteranno la manifestazone. L'ex Unione Sovietica dovrà impegnarsi nel costruire 13 stadi da zero. Lo stato arabo investirà 43 miliardi di dollari nel progetto

ZURIGO. Pochi alla vigilia ci avrebbero scommesso, eppure Russia e Qatar si sono rispettivamente aggiudicate i Mondiali di calcio 2018 e 2022. Due paesi in cui, se la scommessa di ospitare i Mondiali sarà vinta, potrebbe portare notevoli vantaggi economici per un lungo periodo.
Si andrà quindi nel 2018 a giocare nella fredda Russia, con lo stesso primo ministro Putin che era giunto a Zurigo per caldeggiare la candidatura del suo paese. La sua è stata un'iniziativa con lo scopo di rassicurare la Fifa, che Mosca è pronta insieme ai privati a dare il massimo perchè tutto sia completato senza ritardi.
Russia quindi che battendo la concorrenza di Inghilterra, Spagna-Portogallo e Belgio-Olanda è stata prescelta dai 22 membri Fifa, aventi diritto di voto, nonostante i grandi dubbi che vi erano alla vigilia e che comunque persistono riguardo non solo alle immense distanze tra una città e l'altra, ma soprattutto per il fatto che si dovranno costruire da zero tredici stadi e per il fuso orario che comporterà l'anticipo dei match al pomeriggio.

Nel 2022 si andrà invece nel Qatar, la cui candidatura era stata accettata all'ultimo dalla Fifa, con un progetto molto fascinoso che prevederebbe l'investimento di 43 miliardi di dollari per la costruzione da zero di impianti futuristici nel deserto.
I dubbi sono riconducibili al fatto non solo della difficoltà di costruire stadi in mezzo al deserto ma anche della necessità di costruire di fatto città intere per ospitare i giocatori delle varie delegazioni ed i turisti.
Due i testimonial d'eccezione come Zinedine Zadane e Beppe Guardiola, allenatore del barcellona, che hanno sponsorizzato la candidatura del Qatar, che riuscendo ad ottenere la candidatura ha battuto l'imponente concorrenza di paesi come Giappone e Usa, oltre che quella della Corea del Sud e dell'Australia.

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