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Mondiali, Uruguay in semifinale

I sudamericani battono ai rigori il Ghana al termine di una partita pazzesca. L'Africa piange con Gyan, che ha sbagliato un penalty al 120° minuto dei supplementari

JOHANNESBURG. Uruguay in festa, Africa in lacrime alla fine di una rocambolesca partita sul filo della suspance: neanche il maestro del giallo Sir Alfred Joseph Hitchcock avrebbe potuto firmare la regia di un match che resterà di certo nella storia dei Mondiali di calcio e che - per alcuni aspetti - richiama la partita del secolo Italia-Germania 4-3. Cambiano gli 'attori', le circostanze e il luogo ma il batticuore per i tifosi di entrambe le nazionali è lo stesso. La Celeste ritrova la gloria perduta molti anni fa e arriva in semifinale (dove l'attende l'Olanda), soffrendo e soprattutto aiutata dal fattore 'F', l'indispensabile fortuna.  A quaranta anni di distanza dall'ultima semifinale, l'Uruguay del professor Tabarez recupera orgoglio e grinta, sfodera i suoi gioielli, Forlan che va a rete e il giovane talento Suarez il quale si fa espellere in zona Cesarini. Un fallo di mano che avrebbe potuto costare davvero caro all'Uruguay se Asamoh Gyan non avesse infranto il sogno del Ghana sulla traversa della porta difesa da Muslera. 


Ora bisogna riposarsi, dice Forlan che incassa e porta a casa il risultato. Ma c'é davvero voglia di emulare le gesta della grande Uruguay due volte campione del Mondo tra gli anni venti e gli anni cinquanta. La Celeste vanta un passato glorioso e blasonato: nel 1930 vinse il suo primo titolo mondiale ospitando la Coppa Rimet - appena nata - proprio a casa sua. All'epoca la Nazionale era guidata da Alberto Horacio Suppici.  La finale fu giocata il 3 luglio al Centenario e di fronte all'Uruguay c'era l'Argentina. A un minuto dalla fine Castro realizzò il 4 a 2 finale che portò l'Uruguay sul tetto del mondo. Altro titolo, altra storia: Brasile 1950, l'Uruguay tornò protagonista sulla scena del torneo iridato. La Celeste, allenata da Juan López Fontana, schierò un'ottima formazione, in cui spiccavano il capitano Obdulio Varela, la punta Alcides Ghiggia e soprattutto il regista Juan Alberto Schiaffino. Partita decisiva contro uno stellare Brasile al quale sarebbe bastato un pareggio ma l'Uruguay lottò con veemenza e sconfisse i verdeoro per 2-1 con le reti di Ghiggia e Schiaffino.

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