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Razzoli d’oro, l’Appennino salva lo sci azzurro

L’emiliano in testa allo slalom olimpico maschile. Diciotto anni fa la stessa impresa era riuscita ad Alberto Tomba

Whistler. Finalmente! Nell'ultimo giorno di gare olimpiche, nello slalom speciale uomini, un atleta dell'Appennino salva l'onore dello sci alpino azzurro in una spedizione a Vancouver che pareva ormai sempre più simile ad un funerale. L'incubo zero medaglie - tragico bis di Torino 2006 - è svanito. Evviva Giuliano Razzoli.
L'Italia dello sci uomini torna così a conquistare l'oro olimpico in slalom speciale esattamente 22 anni dopo quello di Calgary, il 27 febbraio 1988, sempre con il solito Alberto Tomba e sempre sulle nevi canadesi.
E proprio Tomba, nei panni del telecronista, ha quasi spinto Giuliano Razzoli sul podio. "Ti avevo detto di non tirare così forte già nella prima manche" aveva detto scherzando il bolognese all'emiliano dopo la sua strepitosa prima manche. "Non ho mica il cronometro in testa. Sono venuto giù e basta", gli aveva replicato ancor più sorridente Giuliano Razzoli.
In effetti è nella prima manche che si è capito che stava capitando qualcosa di strepitoso per l'Italia in una giornata uggiosa, con nuvole basse che hanno scaricato più pioggia che neve sulla pista Dave Murray.  Alla vigilia il pettorale 13 - allora porta davvero fortuna! - riservato a Razzoli pareva troppo alto per un pista che rischiava di cedere per la forte umidità. Invece niente:  Razzoli èvenuto giù con assoluta precisione, senza la minima sbavatura, la sciata compatta e solida. E soprattutto velocissimo: "attenzione: razzo in pista" come dice il cartellone portato anche Whistler dai  tifosi arrivati anche qui dal suo paese, Villa Minozzo. Insomma, una sciata perfetta con  una gara in continua progressione ad ogni intermedio: da -19 sino a - 45 centesimi per chiudere con un vantaggio nettissimo di 43 centesimi sul primo inseguitore.
Nella seconda manche, quella decisiva, il capolavoro è stato perfetto. Razzoli ha gestito in vantaggio, anzi l'ha aumentato per controllare alla grande sul muro finale: oro per l'Italia.
Alle sua spalle il croato Ivica Kostelic, lo svedese Andre Myrer. L'azzurro Moelgg - mentre Cristian Devile era finito fuori nella prima manche e Patrick Thaler, già in forte ritardo, nella seconda - invece non ha retto il ritmo: settimo. Ma poco importa: c'é Giuliano Razzoli d'oro.
"E' stata più dura per noi vederlo che per lui sciare" ha commentato soddisfatto il ct Claudio Ravetto. Finalmente, era ora.

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