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Olimpiadi, gigante maschile e Kostner le speranze azzurre

Il medagliere italiano piange ormai da giorni (anche ieri niente podi) ma oggi caliamo gli assi nello sci alpino (occhio a Blardone e Simoncelli) e nel pattinaggio, con Carolina carica più che mai

Vancouver. Le medaglie continuano  a non arrivare, ma almeno sul ghiaccio l'Italia balla bene. Nel giorno dello show finale della danza, specialità del  pattinaggio di figura, la coppia azzurra Federica Faiella e  Massimo Scali ha illuminato il Pacific Coliseum, chiudendo al  quinto posto: un bel balzo in avanti per i vicecampioni d'Europa che quattro anni fa a Torino non andarono oltre il tredicesimo  posto. Una prova entusiasmante che ha concluso la tre giorni di  esibizioni dei ballerini sui pattini, e che ha riportato  l'Italia ai fasti di qualche anno fa quando un altro celebre  duo, quello formato da Barbara Fusar Poli e Maurizio Margaglio  regalava emozioni e podi internazionali.    

 "Siamo strafelici, essere quinti a un'Olimpiade non è roba da tutti i giorni" dice Scali. La festa vera però è tutta per il Canada che porta sul gradino più alto del podio un duo di giovanissimi, Tessa Virtue e Scott Moir: in un palazzetto gremito e che ha esultato per i beniamini  di casa, la coppia ha preceduto i cugini americani Meryl Davis e Charlie White. Bronzo per i russi, dati per favoriti alla vigilia, Oksana Domnina e Maxim Shabalin. La spedizione azzurra ormai a digiuno di medaglie da diversi  giorni, e con pochi assi della manica da calare per il rush  finale, attende con ansia anche la prova dei gigantisti: lo sci  alpino, con due medaglie di legno collezionate con qualche  rimpianto qui a Vancouver, spera nel colpaccio dei suoi big (Max Blardone su tutti) per non rischiare di tornare a casa con  l'imbarazzante zero in pagella con cui concluse i Giochi di Torino. La gara è tutta aperta e il più esperto degli azzurri, se in giornata di grazia, potrebbe stare al passo della decina  di campioni aspiranti al titolo di una delle regine tra le  specialità invernali. E oggi ci riprova anche Alessandro Pittin: dopo la sorpresa di bronzo regalata in avvio, con la prima medaglia azzurra nella storia della combinata nordica, il ventenne finanziere torna in gara con la prova a squadre. Difficile ripetere l'impresa, ma l'Italia spera. Dopo i due flop sul ghiaccio di Richmond, rimette i pattini pure Enrico Fabris: la stella di Torino, tramontata a Vancouver, non vuole gettare la spugna e sui 10.000 (distanza su cui sta lavorando, ma che non è ancora la sua) se non andrà lontano almeno ci metterà "cuore e testa fino alla fine" per dirla alla sua maniera.    

 Quando in Italia sarà di nuovo notte si accenderanno i riflettori sulla pista più glamour di tutti i Giochi: quella del Pacific Coliseum addobbata a festa per la passerella delle  divine dei pattini. Occhi puntati sullo squadrone asiatico, con la coreana trapiantata a Toronto, Yu Na Kim a caccia dell'oro, ma soprattutto su Carolina Kostner. La stellina azzurra stavolta potrebbe stupire davvero.

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