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Clima impazzito: è la paura numero uno

Ricerca dell’Istat. Il 56,7% degli italiani teme i repentini cambiamenti meteo. L’influenza di Greta e del suo movimento

Gli italiani del Nord sono più preoccupati per il clima, quelli del Centrosud per i rifiuti. Le donne sono più attente agli sprechi degli uomini, mentre i timori per l’ecologia crescono con l’istruzione. Sono alcune delle scoperte che ha fatto l’Istat studiando le preoccupazioni ambientali degli italiani e i loro comportamenti ecocompatibili.

Il cambiamento climatico è al primo posto fra i timori per l’ecologia degli abitanti del Belpaese. Lo teme il 56,7% della popolazione dai 14 anni in su. Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria, avvertiti dal 50,2%, poi lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (40,0%). Il clima è passato in testa alle preoccupazioni ambientali degli italiani dal 2019, osserva l’Istat, da quando Greta Thunberg ha lanciato il suo movimento Fridays For Future.

I cambiamenti climatici però preoccupano di più gli abitanti del Nord (59,8%) rispetto a quelli del Sud (51,8%). Anche l’inquinamento delle acque è più sentito dagli abitanti delle regioni settentrionali (39,9%) che da quelli del Mezzogiorno (35,2%). I residenti del Centro e del Sud sono più preoccupati per i rifiuti (42,4% nel Mezzogiorno, 41,9% nel Centro e 37,4% nel Nord) e per l’inquinamento del suolo (23,4% al Sud e 19,9% al Nord).

Il Settentrione è più virtuoso sulla mobilità: circa il 20% sceglie mezzi di trasporto alternativi all’auto privata o ad altri mezzi di trasporto a motore privati, contro il 14,4% al Sud.
Le preoccupazioni per clima, rifiuti e inquinamento sono uguali per italiane ed italiani. Ma le donne sono in media più accorte a non sprecare acqua (70,2% rispetto al 64,9%) ed energia (72,5% rispetto al 67,0%).

I giovani italiani fino a 24 anni sono più sensibili delle persone adulte per quanto riguarda la perdita della biodiversità (il 31,1% tra i 14 e i 24 anni contro il 19,4% degli over55), la distruzione delle foreste (26,2% contro 20,1%) e l’esaurimento delle risorse naturali (30,3% contro 22,6%). Gli ultracinquantacinquenni si dichiarano invece più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (25,8% contro 16,6% degli under25) e l’inquinamento del suolo (22,4% contro 18,7%).

I giovani sono più attenti degli adulti verso comportamenti ecocompatibili. Non spreca acqua il 49,5% delle persone tra i 14 e i 24 anni rispetto al 73,9% degli over 55, così come mostra attenzione a non sprecare energia il 48,6% degli under 24 rispetto al 76,6% di coloro che hanno più di 55 anni.

Vivere in centri dell’area metropolitana rafforza la preoccupazione per l’inquinamento dell’aria: questa riguarda il 53,8% dei cittadini, mentre scende al 49,1% nei comuni con abitanti dai 10.000 e i 50.000 ed è del 44,4% nei comuni piccoli, al di sotto dei 2.000 abitanti).

Risiedere nei piccoli comuni aumenta la sensibilità rispetto all’inquinamento del suolo (24,7% rispetto al 22,1% dei comuni tra 10.000 e 50.000 abitanti e al 19,4% dei comuni centro dell’area metropolitana) e quella relativa al dissesto idrogeologico (25,5%, mentre nei comuni dell’area metropolitana e in quelli medio grandi questa percentuale è del 21,1%). E in tema di ecologia anche il Vaticano ha di recente mostrato una maggiore attenzione. L’attenzione alla «cura del creato» è una delle priorità della Chiesa ma la lotta per il clima e l’ambiente non può prendere di mira le opere d’arte (in riferimento ai recenti vandalismi). Lo sottolinea il Pro-Prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione, monsignor Rino Fisichella, che è anche il ‘registà del Giubileo 2025. Nel documento, Fisichella afferma: «Nell’attenzione alle opere d’arte è utile ribadire che la loro protezione è responsabilità di tutti». Seguono i problemi legati all’inquinamento dell’aria poi, soprattutto al Sud, lo smaltimento e la produzione dei rifiuti (40%).

La lotta agli sprechi alimentari

Da gennaio 2023 a oggi sono state acquistate in Italia oltre 2,5 milioni di Surprise Bag che corrispondono a più di 6mila tonnellate di CO2e evitate. E’ quanto rende noto Too Good To Go, l’applicazione contro lo spreco alimentare. Secondo una ricerca il 92% degli utenti in Italia dichiara di esprimere un grande interesse nei confronti dell’ambiente, il 44% afferma di voler svolgere un ruolo attivo per affrontare il cambiamento climatico. Dal 2019 sono stati raggiunti in Italia 7,5 milioni di utenti e oltre 25mila esercenti presenti sulla piattaforma.

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