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Storia del rave party, cos'è e quando comincia: quella volta che i ragazzi finsero di girare un video di Michael Jackson

Il rave party di Modena interrotto dalle forze dell'ordine

L’obiettivo è quello di dimenticare, di sentirsi liberi e al tempo stesso invisibili, di «occuparsi» solo del tempo presente scandito dal ritmo di musica e luci sempre crescente. Nella cultura del rave è diffuso l’uso di stupefacenti, soprattutto pasticche di ecstacy che possono accompagnare le tante ore trascorse sulla pista da ballo. L'apice viene raggiunto solitamente all’alba quando le pulsazioni cardiache e le percussioni della drum machine della musica techno vanno all’unisono. Del resto rave in inglese è l'abbreviazione di rave up, ovvero festa scatenata, deriva dal verbo to rave, che significa farneticare, delirare.

I rave party si svolgono all’aperto o in capannoni industriali. Si va da alcune migliaia di persone fino a 50 mila presenze. Persone che solo poche ore prima vengono a sapere l’esatta ubicazione del raduno proprio per fare in modo che le forze dell’ordine si accorgano del ritrovo solo quando ormai il numero dei partecipanti è così massiccio da avere più difficoltà ad interromperlo. Il metodo è quello del passaparola o dei social ma con messaggi cifrati, spesso numeri.

È controversa l’interpretazione di quale fu il primo rave della storia. L’epoca è quella degli anni Ottanta. C'è chi parla di Chicago, con i primi raduni nelle fabbriche abbandonate al ritmo delle prime versioni di musica techno. C'è chi ritiene che tutto cominciò dalla Gran Bretagna, dove nel 1988 a Clink Street si svolse uno dei rave più famosi della storia. Chi invece fa risalire la nascita addirittura ai free festival del 1967, quando in California nacque la prima Summer of Love, manifestazione hippy e pacifista, i cui elementi erano lsd ed acid rock.

Il 25 giugno del 1989 di nuovo in Inghilterra 12 mila persone si ritrovarono sulla pista di atterraggio a White Waltham, facendo credere alle forze dell’ordine che si stava girando un video di Michael Jackson.

Nel '92 fu la volta del «Castlemorton Common Festival», quando quasi 50 mila persone ballarono per una settimana. Viene definito il più grande rave illegale nella storia della Gran Bretagna, ma anche quello che portò due anni dopo all’approvazione del «Criminal Justice and Public Order Act» con un notevole inasprimento delle pene.

Anche l’Italia può contare su ritrovi «eccellenti» come quello avvenuto a Capodanno del '96 al Crossover a Roma, sulla Pontina. Nel giugno 1999 decine di migliaia di persone si ritrovarono in Toscana. Nel 2007, in 50 mila ballarono a Pinerolo, in provincia di Torino e 10 mila nel Salento, per una festa durata due settimane. Ma il rave che scatenò le più aspre polemiche fu quello del 2021 svoltosi a Valentano in provincia di Viterbo. Una sei giorni con circa 3.000 partecipanti ed un bilancio pesantissimo: un ragazzo di 25 anni trovato morto nel lago di Mezzano, ritenuto uno dei partecipati al ritrovo, due ragazze che denunciarono di essere state stuprate, decine di ricoverati per coma etilico e timori per la diffusione del contagio da Coronavirus.

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