Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

Spiagge in Sicilia, quando la bellezza è a numero chiuso: la Regione corre ai ripari

La Spiaggia dei Conigli di Lampedusa: una parte è chiusa, il numero di accessi limitato

Peppino Impastato diceva che «bisognerebbe educare la gente alla bellezza, affinché negli uomini e le donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore». La sconfinata bellezza di una terra come la Sicilia rischia tuttavia di perdersi nel tempo per l’incapacità degli uomini di mantenerla integra. Con danni sia al patrimonio paesaggistico e culturale sia alle ambizioni turistiche.

Qual è la spiaggia siciliana più apprezzata nel mondo? Probabilmente Isola dei Conigli, a Lampedusa, pluripremiata in questi anni (la più bella del mondo secondo Travel 365 e la prima in Europa secondo Tripadvisor). Quest’anno l’ingresso è ridotto per tutelare l’incolumità dei bagnanti, evitare assembramenti e soprattutto conservare intatta la bellezza di quel luogo. Su 2.400 metri quadri di spiaggia, metà è pienamente fruibile, l’altra metà è a rischio caduta massi e classificata in parte come totalmente da vietare al pubblico e in parte solo parzialmente (per gli amanti dei dettagli tecnici, fasce P4 e P3 del Pai, Piano assetto idrogeologico della Regione). Si è deciso pertanto l’accesso a numero chiuso, ma il tetto fissato inizialmente, 680 persone divise in due turni di cinque ore ciascuno, è sembrato troppo basso al sindaco Totò Martello e dopo un vertice a tre (Regione, Comune e Legambiente, ente gestore della Riserva naturale di Lampedusa) è arrivato un piccolo aumento, fino a 1.100 persone, 550 per turno (8.30-13.30 o 14.30-19.30, con un’ora a disposizione dei gestori per ripulire l’arenile). Sarà ora utilizzata anche una piccola parte della zona che finora era stata vietata. Il tutto partirà domenica: Legambiente dovrà infatti sistemare le tabelle per informare il pubblico, delimitare gli spazi secondo criteri di sicurezza e attrezzarli.

La soluzione del problema contingente però non risolve il pericolo dei crolli. I costoni rocciosi, in territori fragili come quelli siciliani, sono spesso a rischio. Chi ama il mare e la natura probabilmente sarebbe felice di sapere che qualcuno si preoccupa di garantire la bellezza anche con interventi di messa in sicurezza delle spiagge più suggestive. Ma così spesso non avviene, come dimostra la vicenda di un altro dei fiori all’occhiello della Sicilia, la Scala dei Turchi, da tempo chiusa perché sequestrata dalla magistratura, anche in questo caso per pericolo di crolli. Chiusa, si fa per dire. In passato le violazioni dei divieti erano all’ordine del giorno. Adesso non entra più nessuno perché c’è un servizio di guardiania messo su dal Comune di Realmonte. Ma già al tramonto, quando i custodi si ritirano, ecco che spuntano i banditi del selfie proibito. Lo denuncia Mare Amico, l’associazione che da anni controlla quello che avviene nei dintorni della bianca scogliera che ha fatto innamorare tanti vip, compresa Michelle Hunziker, che l’anno scorso si è fatta sedurre dalla voglia di foto su quello sfondo meraviglioso, salvo poi scusarsi per avere violato il divieto, del quale, assicura, non era a conoscenza.

Scala dei Turchi invasa al tramonto (foto fornita da Mare Amico)

L’attuale amministrazione regionale però afferma con orgoglio che ora è possibile trovare le soluzioni proprio perché c’è qualcuno che si preoccupa di garantire la fruibilità del paesaggio ambientale dell’isola senza deturparne la bellezza. «Per la prima volta - sottolinea l’assessore regionale al Territorio Toto Cordaro - abbiamo una struttura che controlla e classifica il pericolo di crolli e programma gli interventi da fare». Si chiama Autorità di bacino del Distretto idrografico della Sicilia e la mappatura di cui parla l’assessore è il già citato Pai, che è stato aggiornato proprio su input del nuovo ufficio. Nasce da queste verifiche la chiusura di una parte della Spiaggia dei Conigli. L’obiettivo è intervenire amministrativamente per evitare quanto avvenuto alla Scala dei Turchi, dove a porre i sigilli è stata la magistratura. «E dove sono già stati spesi 800 mila euro - spiega Cordaro - per un primo intervento di sicurezza e per dotare la zona di un impianto di videosorveglianza, cui nessuno aveva mai pensato prima. Adesso con la struttura regionale contro il dissesto idrogeologico stiamo studiando un sistema di regimentazione delle acque piovane a monte. Ci stiamo avvalendo di un tecnico di grande valore, Gabriele Freni della Kore di Enna. Eliminare le infiltrazioni dall’alto è necessario per mettere al sicuro la marna bianca».

Il sequestro comunque è agli sgoccioli. La Procura di Agrigento infatti ha posto fine all’indagine sulla proprietà, chiedendo al gip un decreto penale di condanna a pagare una multa di 9.100 euro nei confronti di Ferdinando Sciabbarrà, 73 anni, che ha sempre sostenuto di essere l’unico proprietario della Scala dei Turchi. Contestualmente, ha disposto la restituzione a Sciabbarrà di una parte dell’area, mentre l’altra parte torna alla Regione, secondo le risultanze di una perizia collegiale. Sulla gestione della famosa scogliera di marna bianca sono ancora contrapposti, in sede civile e amministrativa, lo stesso Sciabbarrà, il Comune di Realmonte e la Regione. Cordaro annuncia che già da lunedì ci si metterà al lavoro per accelerare al massimo il ritorno alla fruizione del bene in condizioni di massima sicurezza. E certamente il Comune di Realmonte sarà felice di accogliere vip e non vip che vorranno scattare una foto su quello scenario di un candore abbagliante.

«Ma non dovremo mai più arrivare al “liberi tutti” - mette le mani avanti l’assessore Cordaro - e anzi dovremo regolamentare, qui come in tutti i beni paesaggistici siciliani, la possibilità d’accesso. Un’ora basta per scattare qualche foto, poi è giusto dare spazio agli altri senza sovraccaricare l’ambiente, come avviene in tutto il mondo nei luoghi di prestigio internazionale».

L'assessore regionale al Territorio, Toto Cordaro

E chissà che quel giorno non si riesca a rendere pienamente fruibile un altro dei gioielli trascurati e divorati dall’erosione, la spiaggia di Eraclea Minoa, mare cristallino a ridosso di un’area archeologica. Lì è in corso un progetto di ripascimento e anche la sistemazione di barriere protettive. Un altro intervento in un’isola che lancia Sos da un angolo all’altro del territorio e non solo lungo la costa.

Caricamento commenti

Commenta la notizia