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Coronavirus, uno studio rivela: "Gli anticorpi aumentano il rischio di ricadute gravi"

L'epidemia di Covid-19 in Italia porta la firma del coronavirus di ceppo europeo (fonte: Pixabay)

Da uno studio una nuova allarmante ipotesi legata alla diffusione del coronavirus. Da quanto emerso, gli anticorpi acquisiti dall’infezione provocata da Sars-CoV-2 non solo potrebbero non proteggerci da una nuova infezione, ma aumenterebbero le probabilità di svilupparne una nuova più violenta e più grave.

L’allarmante ipotesi arriva da uno studio condotto da un team di ricercatori dell’Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico Burlo Garofalo di Trieste, in collaborazione con la London School of Hygiene & Tropical Medicine. I risultati sono stati pubblicati sul British Medical Journal Global Health.

«La pandemia di Covid-19 - spiega Luca Cegolon, epidemiologo presso l’Ausl 2 di Marca Trevigiana di Treviso - ha colpito 212 Paesi in tutto il mondo a vari livelli. La maggior parte delle infezioni 19 è asintomatica o si manifesta con problemi respiratori da lievi a moderati, come febbre, tosse, mal di gola, mialgia, affaticamento o polmonite non grave, ma circa il 15 per cento dei pazienti sviluppa una polmonite grave e il 5-6 per cento richiede cure in terapia intensiva».

L’autore sottolinea che il decesso può avvenire in media 17,8 giorni dopo l’esordio dei primi sintomi. «In Italia si è verificato il numero più elevato di casi dopo Stati Uniti e Spagna - continua il ricercatore - e il terzo numero totale più alto di decessi attribuito a Covid-19 dopo gli Stati Uniti e il Regno Unito».

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