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Musumeci a Tgs per i 160 anni del Giornale di Sicilia: nell'emergenza coronavirus ruolo fondamentale

Continua il viaggio nella storia dei 160 anni del Giornale di Sicilia. Una storia ricca di avvenimenti che la redazione ha voluto ripercorrere con ospiti d’eccezione, artisti, politici e giornalisti. In onda dal 3 giugno, gli speciali di Cronache Siciliane - il format di approfondimento di Tgs sul canale 15 del digitale terrestre, a partire dalle 14,30 - si concluderanno domenica, la giornata in cui si festeggerà la nascita del quotidiano.

ASCOLTA LA TRASMISSIONE DI OGGI. Ad aprire il terzo appuntamento in diretta dagli studi di Tgs è il capo della redazione Marina Turco, insieme a Salvo La Rosa, giornalista e conduttore, direttore artistico delle emittenti televisive TGS ed RTP. In collegamento con la redazione il vice direttore Marco Romano, in compagnia dei giornalisti Gero Tedesco  e Vincenzo Russo, nella prima parte, e Riccardo Arena, nella seconda.

Si parte con uno speciale su Monte Pellegrino, con il servizio di Daniele Ienna e Salvatore Militello direttamente dalla Grotta del Condannato. Un luogo pieno di segreti che da sempre incuriosisce i palermitani, un tempo “residenza” di un condannato che si rifugiò nella grotta per 30 anni. A raccontarne gli aneddoti è Lino Buscemi, scrittore e storico.

“Questa montagna costituisce un punto di riferimento per i siciliani, baluardo dell’intera Isola. Qui un evaso del Bagno Penale dell’Arsenale si rifugiò e campò per 30 anni. Per una soffiata lo scoprirono e le guardie lo uccisero. C’è stata da sempre un’attenzione del Giornale di Sicilia per questa montagna che sotto tutte le dominazioni ha avuto un significato estremamente importante. Questa montagna ha costituito un punto di riferimento, sotto diversi profili. C’è una ricca flora, una ricca fauna. Un monumento di storia. Sono stati almeno due i tentativi di speculazione: negli anni 50 per mano della Chiesa, che rivendicava un diritto di prelazione sulla montagna negando che avesse un carattere di demanialità, e quello portato avanti da un Comitato che reclamava la demanializzazione di almeno 5 zone della montagna”.

Allo speciale per i 160 anni del Giornale di Sicilia, non poteva mancare l’intervento in diretta del presidente della Regione Nello Musumeci. “In questi 3 mesi – ha detto il governatore - la stampa ha avuto un ruolo fondamentale. Mai come in questo momento l’informazione è stata punto di riferimento e stella polare di fronte a chi viveva nello smarrimento. Ringrazio per questo la più antica testata della Sicilia, il Giornale di Sicilia, per il suo senso di responsabilità”.

Il presidente ha ripercorso gli ultimi mesi, segnati da momenti difficilissimi a causa dell’emergenza coronavirus. “Sono convinto che abbiamo lavorato bene, con un programma sano, di fronte a questa tragedia alla quale nessuno era preparato. I siciliani, nonostante i luoghi comuni, si sono comportati benissimo, un po’ per la paura un po’ perché hanno avvertito l’esigenza di uscire da questo tunnel”.

E per quanto riguarda il turismo e la crisi che mette a rischio aziende ed operatori, “la Sicilia rimane una delle terre del Mediterraneo più sicure”, ha detto il presidente. “Gli operatori sono pronti – ha concluso Musumeci – adesso stiamo attivando i voucher per incoraggiare i tour operator ma la burocrazia, di certo, è un grosso ostacolo”.

A conclusione della terza puntata dello speciale, l’intervista a Felice Cavallaro, giornalista al Corriere della Sera, con una lunga esperienza al Giornale di Sicilia, e di Salvatore Cusimano, direttore della sede siciliana della Rai ed ex giornalista al Giornale di Sicilia. “Per il giornale mi occupai di malaffare, tragedie, sangue, come la morte di Mario Francese – ha raccontato Cavallaro - Con lui ho lavorato per molti anni, condividevamo la stessa scrivania. Per me è stato un grande dolore. Dopo la collaborazione con il Giornale di Sicilia e contemporaneamente al Maxi processo fui assunto dal Corriere della Sera, dove oggi continuo a lavorare”.

Infine i saluti e gli auguri dei comici Ernesto Maria Ponte, Massimo Spata e dei Soldi Spicci.

 

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