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Disoccupazione e pochi servizi, in Sicilia più difficile fare la mamma: classifica Save The Children

Hanno la vita più facile le mamme che vivono nelle province autonome di Bolzano e Treno, mentre è più difficile per quelle residenti in Campania e Sicilia. È quanto emerge dal rapporto, diffuso oggi in occasione della festa della mamma, "Le Equilibriste. La maternità in Italia" di Save the Children che proprio ieri ha inaugurato nelle cliniche San Pietro di Sassari il progetto Fiocchi in ospedale, nono centro in Italia.È un quadro per niente roseo il ritratto delle mamme italiane disegnato dai dati dell'organizzazione che hanno sempre più difficoltà nel bilanciare carichi familiari e vita lavorativa.

Decidono di diventare madri sempre più tardi (l'Italia è in vetta alla classifica europea per anzianità delle donne al primo parto con una media di 31 anni) e rinunciano sempre più spesso alla carriera professionale quando si tratta di dover scegliere tra lavoro e impegni familiari (il 37% delle donne tra i 25 e i 49 anni con almeno un figlio risulta inattiva).

C'è una scarsa o inesistente rete per la prima infanzia e poco sostegno per le donne che decidono di diventare madri sebbene nel paese la denatalità ha toccato un nuovo record, registrando la nona diminuzione consecutiva dal 2008; le mamme italiane infatti hanno pochi figli, con un numero medio per donna pari oggi a 1,34.

Il tasso di disoccupazione delle donne, e in particolare delle madri, è tra i più alti in Europa, con discriminazioni radicate nel mondo del lavoro, forte squilibrio nei carichi familiari tra madri e padri, poche possibilità di conciliare gli impegni domestici con il lavoro.

Negli anni, la classifica delle regioni non subisce delle variazioni sostanziali, con le Province autonome di Bolzano e Trento rispettivamente al primo e secondo posto seguite da Valle D'Aosta (3° posto), Emilia-Romagna (4°), Friuli-Venezia Giulia (5°) e Piemonte (6°). Bolzano e Trento non solo conservano negli anni il primato, ma registrano miglioramenti. Emblematico, al contrario, il caso dell'Emilia-Romagna che passa da una prima posizione nel 2008 ad una quarta nel 2018. Tra le regioni del Mezzogiorno fanalino di coda della classifica, la Campania risulta peggiore regione "mother friendly" e perde due posizioni rispetto al 2008, preceduta da Sicilia (20° posto), Calabria (che pur attestandosi al 19° posto guadagna due posizioni rispetto al 2008), Puglia (18°) e Basilicata (17°).

"L'indice sulla condizione delle madri che presentiamo grazie alla collaborazione con Istat - afferma Raffaela Milano Direttrice dei Programmi Italia-Europa di Save the Children - non deve essere solo uno strumento di analisi, ma la base di un effettivo impegno da parte delle istituzioni ad ogni livello. È inammissibile che in un Paese come il nostro, dove il numero di nuovi nati è in costante diminuzione, si riservi così poca attenzione, al di là della retorica, alla maternità e che le mamme debbano affrontare in solitudine continui ostacoli legati alla cura dei figli così come alla conciliazione della vita familiare e professionale. Sappiamo che i primi 'mille giorni' dei bambini sono fondamentali per la crescita, eppure proprio in questo periodo così decisivo manca l'assunzione di responsabilità pubblica".

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