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Apple vuole "umanizzare" l'assistente vocale Siri: in futuro darà consigli e aiuto psicologico

ROMA. A.A.A. ingegnere psicologo-cercasi.

Obiettivo: umanizzare l’assistente vocale dello smartphone che in futuro potrà forse dare consigli e assistenza psicologica. E' questa la strada che sembra voler imboccare Apple: sul suo sito ha pubblicato un annuncio di lavoro per migliorare Siri, il suo assistente vocale, chiedendo esperienza in computer science, Intelligenza artificiale, dati, ma anche conoscenze nel campo della psicologia o della consulenza psicologica.

«Cerchiamo persone in grado di trasformare i dati in modelli intelligenti che porteranno Siri al livello successivo», scrive Apple nell’annuncio di lavoro per un 'Siri Software Engineer, Health and Wellness' che contribuirà a creare «tecnologie all’avanguardia», «per sistemi su larga scala» che usano "linguaggio parlato, big data e intelligenza artificiale».

«Le persone hanno conversazioni serie con Siri. Parlano di tutto, dalle cose serie alle giornate particolarmente stressanti. Chiedono aiuto durante le emergenze o quando vogliono indicazioni per una vita più sana», spiega ancora Apple. Siri è stato interpellato più volte nelle emergenze (l'ultima in Texas durante l’uragano Harvey) e in passato è stato anche impostato in modo da dare indicazioni utili sui centri di prevenzioni suicidi in Usa. Senza contare che la società di Cupertino è sempre più interessata al settore salute con una piattaforma ed una app 'ad hoc'.

Questa offerta di lavoro lascia però presagire da parte di Apple un interesse a portare l’assistente virtuale ad un livello superiore, più 'emozionale'.

E subito viene alla mente il film 'Lei' in cui il protagonista inizia un intenso scambio quotidiano con il sistema operativo del suo computer fino a innamorarsene (la voce era di Scarlett Johansson).

Molti ricercatori pensano che la prossima rivoluzione arriverà proprio dall’Intelligenza artificiale e dal 'machine learning' e stanno studiando meccanismi e tecniche di riconoscimento vocale, reti neurali, algoritmi per il riconoscimento delle immagini e tanto altro ancora. E i risultati si possono già toccare con mano. L’intelligenza artificiale già compone musica e dipinge quadri, vince al tavolo da gioco barando come un uomo, sta imparando a sorridere e ad imitare espressioni del nostro viso. Insomma si è già umanizzata e la crescita esponenziale delle sue possibili applicazioni nella vita reale ha fatto già nascere scuole di pensiero opposte: per il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, l'intelligenza artificiale migliorerà le nostre vite mentre secondo il patron di Tesla, Elon Musk, potrebbe scatenare la terza guerra mondiale.

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