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Il cervello delle donne più attivo di quello degli uomini: vince in emozioni, empatia e autocontrollo

ROMA. Il cervello delle donne è molto più attivo di quello degli uomini: dopo decenni di dibattito sulle differenze tra cervello maschile e femminile la risposta arriva da una banca dati che comprende oltre 46.000 "istantanee" del cervello nel pieno della sua attività.

Pubblicata sul Journal of Alzheimer's Disease, la ricerca indica che, per le caratteristiche del loro cervello, le donne sono più disposte a comprendere chi hanno di fronte e a collaborare, a controllare i propri impulsi, più intuitive e facili alle emozioni. La ricerca è stata condotta negli Stati Uniti dalle Cliniche Amen, specializzate nel trattamenti dei disturbi comportamentali e dell'umore, e coordinata dal fondatore delle Cliniche, lo psichiatra Daniel Amen.

Le oltre 46.000 immagini sulle quali si basa lo studio fotografano l'attività cerebrale di 119 volontari sani e di oltre 26.000 persone con disturbi psichiatrici. Le immagini del cervello femminile al lavoro, ottenute con la tecnica della Spect (Tomografia a emissione di fotone singolo), mostrano che nel cervello femminile ci sono aree nelle quali l'afflusso di sangue è molto maggiore rispetto a quanto non lo sia nelle aree analoghe del cervello maschile.

Una di queste è la corteccia prefrontale, nella quale si trovano i circuiti nervosi che controllano comportamenti come l'empatia e la capacità di collaborare, l'intuizione e l'autocontrollo. Un'altra area molto attiva del cervello femminile è il sistema limbico, noto per essere coinvolto in disturbi come ansietà, depressione, insonnia e disordini dell'alimentazione. "E' uno studio molto importante, che ci aiuta a capire le differenze di genere nel cervello", ha osservato Daniel Amen.

"Le differenze quantificabili che abbiamo identificato fra uomini e donne sono importanti - ha aggiunto - per comprendere malattie come l'Alzheimer" e "per sviluppare future terapie per le malattie neurologiche basate sulla medicina di precisione". Finora infatti non esistevano o quasi, dati che permettessero di comprendere le caratteristiche che distinguono il cervello femminile da quello maschile.

Fornire per la prima volta i dati che permettano di comprendere le differenze costituisce una tappa importante verso la cosiddetta 'medicina di genere': è il primo passo verso la possibilità di capire in che modo alcuni disturbi psichiatrici si manifestino in modo diverso negli uomini e nelle donne e, di conseguenza, di personalizzare le cure.

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