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Oggi è (di nuovo) venerdì 17, ma contro la cattiva sorte arriva... San Patrizio

ROMA. Vita dura per i superstiziosi. Da quando questo 2017 è iniziato, non è passato mese senza un venerdì 17.

Fatta eccezione per gennaio, dove il giorno 13 è caduto di venerdì, il venerdì 17 c'è stato sia a febbraio che a marzo.

Una sfilza di giorni neri durante i quali - per chi ci crede - ogni rito scaramantico è ben accetto.

In particolare oggi a venire in aiuto è San Patrizio. Il suo simbolo è il trifoglio, ed è anche quello dell'Irlanda dove il santo viene particolarmente venerato, e si dice che porti bene se immerso nell'ultimo bicchiere di birra della sera.

Ad ogni modo, passata questa giornata, il 2017 porterà altri venerdì 17 solo ad ottobre e a novembre.

Il venerdì 17 per alcuni è un giorno come un altro, per altri un vero e proprio... incubo.

C'è chi non vorrebbe nemmeno uscire di casa, e anche chi si attrezza di tutto punto per contrastare ogni possibile evento negativo.

E se da un lato si tende ad associare questo venerdì 17 alla sfortuna, dall'altro è bene informare i più superstiziosi che si può arrivare addirittura a soffrire di “Eptacaidecafobia“.

Un termine derivante dal greco e che indica una vera e propria fobìa del numero 17.

Se poi si parla nello specifico di venerdì 17, allora l'angoscia pare diventi inevitabile.

Considerato anche che il venerdì è il giorno che tradizionalmente si associa al giorno della morte di Gesù.

Già nell'antica Grecia i seguaci di Pitagora disprezzavano il numero 17 in quanto di "intralcio" fra il 16 e il 18. Due numeri questi che invece rispecchiavano la rappresentazione di quadrilateri 4×4 e 3×6.

Nell’Antico Testamento si parla del diluvio universale, indicandone come data di inizio il numero 17 del secondo mese. Pare anche che Gesù sia morto non solo di venerdì ma anche di 17.

Un aspetto positivo del numero 17 comunque esiste, e a fornirlo è la Cabbala ebraica: il 17 infatti a quanto pare è la somma di tre lettere dell’alfabeto ebraico che compongono la parola “bene”.

Poi, nell’Antica Roma, sulle tombe si scriveva “VIXI”, cioè “Ho vissuto”. Ora, nel Medioevo tale iscrizione veniva spesso confusa con il numero 17 che in numeri romani si scrive XVII.

Ma se in città come Napoli il 17 è sinonimo di disgrazia, nè più nè meno, nei paesi anglosassoni il giorno sfortunato è venerdì 13.

Addirittura a portare sfortuna in Spagna, Grecia e Sud America è il martedì 13.

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