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Ricca di zolfo e sodio, l'acqua di Marte poteva sostenere la vita

Fonte Ansa

ROMA. L'acqua di Marte aveva un 'saporaccio' rispetto a quella terrestre, con un contenuto di zolfo e sodio circa 20 volte superiore a quello della nostra acqua minerale, ma poteva sostenere la vita. È quello che si deduce dall'analisi delle tracce rimaste nel cratere Gale dopo l'evaporazione di un antico lago. Condotta dal gruppo coordinato da Susanne Schwenzer, dell'Istituto di scienze lunari e planetarie di Houston e della Open University, in Gran Bretagna, l'analisi è stata pubblicata sulla rivista Meteoritics & Planetary Science.

Secondo gli autori, anche se il sapore dell'antica acqua marziana non era certo gradevole, questo non era un ostacolo per la vita.

«Un'acqua con questa composizione è di tipo idrotermale e sappiamo che sulla Terra ci sono microrganismi che vivono in ambienti estremi di questo tipo» ha osservato il chimico organico Raffaele Saladino, dell'università della Tuscia. Sul nostro pianeta infatti ci sono microrganismi che vivono in acque con una composizione simile, cioè sono ricche di zolfo e ferro, e usano questi due elementi per ottenere l'energia di cui hanno bisogno. Tuttavia se l'acqua dell'antico lago marziano era ospitale per la vita già formata, secondo Saladino, non era un ambiente ideale per l'origine delle molecole alla base della vita, a causa del troppo sodio.

«Se lo zolfo - ha detto l'esperto - ha un ruolo importante per l'origine della vita», per esempio è presente nei 'mattoni' delle proteine, ossia negli amminoacidi, ed è coinvolto nelle reazioni del metabolismo con cui la cellula produce il suo carburante, «al contrario il sodio inibisce alcuni processi che portano alla formazione delle molecole alla base del Dna e del suo braccio destro, l'Rna».

Per dedurre la composizione dell'acqua di Marte, i ricercatori si sono basati sulle informazioni dei minerali del cratere Gale inviate dal rover Curiosity della Nasa. Secondo gli autori la loro composizione, ricca di silice e di solfati fa pensare che l'acqua del lago durante la formazione dei minerali avesse un alto contenuto di sodio, potassio, silicio e solfati ma più basse concentrazioni di ferro e alluminio.

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