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Depressione, epilessia e sclerosi: ora si possono curare con lo smartphone

MILANO. Un programma di ricerca esplorerà il potenziale dei dispositivi portatili, come smartphone e braccialetti elettronici, nel prevenire e curare depressione, sclerosi multipla ed epilessia.

A darne notizia è l'IRCCS Fatebenefratelli di Brescia, una delle 24 istituzioni di ricerca impegnate in questo programma, finanziato con 11 milioni di euro e sostenuto dalla Innovative Medicines Initiative (Imi) della Commissione Europea.

Si tratta, spiegano dal Fatebenefratelli, «di un progetto per monitorare sintomi e qualità di vita dei pazienti, e a calibrare meglio i trattamenti con strumenti di valutazione continui che agiscono in 'remoto' come smartphone e dispositivi indossabili: questi consentiranno di ottenere un quadro completo, ed in tempo reale, delle condizioni del paziente ad un livello di dettaglio finora irraggiungibile». Questo monitoraggio potrebbe far sì che il trattamento inizi prima che il paziente si aggravi, prevenendo anche le ricadute.

I disturbi interessati sono la depressione, l'epilessia e la sclerosi multipla: «Hanno cause e sintomi ben distinti - spiegano gli esperti - ma sono accomunati dal fatto che i pazienti spesso sperimentano periodi in cui i sintomi sono 'gestibili', seguiti da periodi di peggioramento e ricadute. Le indagini hanno più volte messo in luce la necessità di prevedere con esattezza il rischio di ricaduta e di migliorare i trattamenti che le prevenga».

La sperimentazione durerà fino al 2021, e coinvolgerà i pazienti in prima persona: «Saranno infatti chiamati a identificare i sintomi più importanti e a consigliare i ricercatori sul modo migliore per attuare le tecnologie di misurazione e monitoraggio a distanza, in modo che siano accettabili e coinvolgenti».

Ove possibile, saranno utilizzate le tecnologie più economiche e disponibili in tutti i Paesi, «in modo che i risultati finali possano essere resi disponibili al maggior numero possibile di pazienti».

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