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Da Omero ai giorni nostri: la pesca del pesce spada diventa rituale

MESSINA. Esiste una tecnica particolare per la pesca del pesce spada, specialmente diffusa nello stretto di Messina.

Diffuso nelle zone tropicali, subtropicali e temperate, il pesce spada si presenta spesso in grosse dimensioni, ed è dotato di pinne che si prestano bene a diversi generi di spostamenti. E' un pesce definito predatore oltre che migratore.

Si nutre spesso di tonni, barracuda, pesce azzurro, pesci volanti. In primavera, è solito migrare verso il tratto di mare tra Scilla Bagnara e Palmi in Calabria. In estate poi cambia rotta, avvicinandosi e costeggiando lo stretto della Sicilia.

E' allora che inizia ufficialmente la pesca del pesce spada. Una pratica menzionata addirittura da Omero nella sua Odissea. Si pesca spesso in maniera tradizionale ossia attraverso una barca chiamata "luntra" o "feluca".

A bordo della "feluca" non potevano mancare il rematore centrale - detto anche "u mezziere" - e il lanciatore chiamato "u lanzaturi". E' lui che tiene in mano un arpione per infilzare il pesce spada non appena si avvicina.

Importante anche la figura dello "ntinneri". E' lui che segue i movimenti del pesce spada, coordinando le manovre di avvicinamento alla preda.

Si consuma molto pesce spada specialmente in Sicilia e in Calabria dove è divenuto uno dei piatti tipici.

Soprattutto nella zona di Messina, si può gustare il pesce spada "a ghiotta", gli involtini di pesce spada e il pesce spada gratinato.

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