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Smog, l'Ue prova a darsi dei limiti: mercoledì Consiglio sull'ambiente

BRUXELLES. Sarà l'inquinamento dell'aria il principale dossier nelle mani del Consiglio Ambiente dell'Ue di mercoledì prossimo. Un tema sensibile per l'Italia, considerando le ultime stime dell'Agenzia europea dell'ambiente, che la vedono maglia nera in Europa per numero di morti premature, soprattutto legate alle micropolveri sottili.

Dopo quasi due anni di lavoro, ora la presidenza di turno lussemburghese è decisa ad incassare un accordo, che riguarda i nuovi limiti nazionali delle emissioni inquinanti dal 2020 fino al 2030 (NEC). Si parla di anidride solforosa (SO2), ossidi di azoto (NOX), composti organici volatili non metanici, micropolveri sottili (Pm 2.5), ammoniaca e metano. Nel testo dei ministri dell'ambiente dei 28 però il metano è del tutto scomparso, mentre l'ammoniaca è stata ridimensionata. La normativa interessa molti settori, fra cui trasporti, industria e agricoltura. È da quest'ultima che dipendono circa il 40% delle emissioni di metano e la quasi totalità di quelle di ammoniaca, che contribuiscono alla formazione di micropolveri e ozono.

L'Italia, secondo la bozza di compromesso per il 2030 dovrà ridurre le emissioni di Pm 2.5 del 40%, di SO2 del 71% e di NOX del 65%, rispetto al 2005. Il Belpaese ha fatto pressing per la riduzione del target dell'ammoniaca, passato dal 22% al 14%, e per l'esclusione del metano, condividendo insieme ad altri 'big' l'esigenza di introdurre meccanismi di flessibilità.  Nella bozza di intesa si parla di possibili aggiustamenti, legati a estati siccitose, inverni molto freddi o 'impreviste variazioni nelle attività economiche, oppure di proroghe per un determinato inquinante, qualora possa essere 'compensato' nel frattempo da migliori risultati per un altro.

"Si tratta di meccanismi da attuare in casi particolari« spiegano fonti della presidenza lussemburghese, »ottimisti« sul compromesso, per poter avviare poi i negoziati con Commissione europea e Europarlamento. Il testo fra l'altro "non prevede una verifica intermedia per il 2025", a differenza della posizione del Parlamento europeo, votata lo scorso ottobre, che include il metano (ad esclusione di quello della zootecnia) e ha aggiunto il mercurio nell'elenco degli inquinanti.

I più preoccupati sono soprattutto gli ambientalisti, che temono siano stati fatti troppi 'regali' in particolare"»alle maxi-aziende agricole" afferma Louise Duprez, di European Environmental Bureau (EEB) che rappresenta 140 organizzazioni in Europa, fra cui Legambiente. "Ripulire l'aria in Europa è qualcosa che semplicemente non può aspettare" spiega Duprez, secondo cui "è deplorevole che Paesi con una scarsa qualità dell'aria come Italia, Francia o Germania, premano per annacquare una proposta che dovrebbe salvare migliaia di vite ogni anno". L'emergenza inquinamento vede 17 Paesi sotto osservazione da parte di Bruxelles per il superamento dei limiti delle polveri sottili e l'Italia è sotto procedura d'infrazione in dieci regioni, con il problema crescente dell'uso di stufe e camini a causa della crisi.

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