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"Ninnaredde" e presepi: esplode in Sicilia la magia del Natale

PALERMO. Tra "ninnaredde" e presepi il Natale in Sicilia è pura magia.

Fin dagli anni '60/'70, il suono delle zampogne era spesso accompagnato da una dolce nenia. L'Avvento aveva il suo inizio, specialmente nei quartieri popolari, con questi tradizionali suoni, icone della Sacra Famiglia, “parate” con arance, bacche e alloro, e novene.

Rituali che avevano inizio con la festa di Santa Lucia - il 13 dicembre - per concludersi alla sera “d’a vigilia”, ovvero la Santa Notte della nascita “du bammineddu”.

“Davanti ad ogni casa c’era la cappelletta adornata di frasche ed arance, e la sera vi accendevano le candele, quando veniva a suonare la cornamusa che era una festa per ogni dove”, raccontava Verga ne ”I Malavoglia”.

Le cosiddette “ninnaredde” o “nannaredde” rievocavano la storia sacra, l’Annunciazione e l’adorazione dei Re Magi.

Di grande effetto la figura dello zampognaro che era solito girare per le case dei “parrusciani” per suonare durante la Novena. Dono atteso per i bambini. Spesso lo zampognato arrivava dopo la recita del Rosario, e trovava già pronta “a rutta” (ossia il presepe) con sparacogna, lippu” (muschio) felci, pietre e scorze di quercia, a volte di sughero, reperite nei boschi e lungo i torrenti.

Il Presepe si era soliti tenerlo sul comò. Qui veniva adagiato il Bambino Gesù, sulle note di un carillon che suonava “Tu scendi dalle stelle”.

Diffusa in Sicilia l'arte dei presepi. Il primato, ancora oggi, lo detiene Caltagirone. Oltre ai presepi di terracotta, famosi sono quelli viventi come quello di Custonaci, Assoro, Motta, Giarratana, Bronte e Randazzo.

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