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Senza cellulare a cena e abile amante: le regole del gentleman 2.0

LONDRA. Fra tecnologie invadenti ed eccessi di modi informali è proprio dura essere gentiluomini nel mondo caotico di oggi. Ma la rivista britannica Country Life, un tempo la 'bibbia' per i signori di campagna, tenta di stare al passo coi tempi e lancia i 39 'comandamenti' del gentleman 2.0. Rispetto al passato, quando bastava saper cavalcare in modo elegante e attraccare una barca, molto è cambiato. Prima di tutto viene richiesta una certa etichetta col cellulare, che deve essere messo in modalità silenziosa a cena, e anche coi social media e le chat meglio stare attenti, evitando di scadere in certi comportamenti da adolescente, ad esempio usando troppo di frequente 'faccine' ed 'emoticon'.

Se, come dice il direttore della rivista Mark Hedges «il miglior complimento per un uomo è definirlo gentleman», non è sempre facile conquistare il 'titolo'. Molti dei requisiti sembrano più appartenere al ritratto di James Bond: fra questi slacciare un reggiseno con una sola mano, muoversi in un aeroporto con una certa destrezza, dire sempre il proprio nome nelle presentazioni, mai rivelare i dettagli di una relazione amorosa, ma in caso di rottura dirlo in faccia al partner, e soprattutto saper annodare il proprio papillon. Il sesso poi non deve mai essere vissuto come una competizione. Fra i comandamenti più inusuali, saper preparare una omelette alla perfezione e non essere vegetariani: in cucina, quindi, viene richiesta una certa capacità di adattamento. E ancora: viene severamente vietato fra gli animali domestici il chihuahua, probabilmente visto come cane troppo frivolo.

L'aspetto esteriore poi è fondamentale. Nel guardaroba ci devono essere, sempre pronti per l'uso, un abito scuro di buona fattura, uno di tweed e lo smoking. Sono da bandire invece i garofani all'occhiello, meglio una rosa, e i sandali, invece c'è una certa indulgenza per i tatuaggi. E poi la 'regola d'oro': che esiste sempre un'eccezione ad ogni regola. Nella storia molti scrittori britannici hanno cercato di trovare una definizione al termine gentiluomo. Per l'ironico Oscar Wilde, «gentleman è colui che non ferisce mai i sentimenti altrui involontariamente», mentre per George Bernard Shaw è chi «dà più al mondo di quello che prende».

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