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Un anno alle Hawaii come su Marte: al via la missione Hi-Seas

MILANO. Sei persone isolate sulle pendici di un vulcano hawaiiano per creare un piccolo villaggio dove sopravvivere 12 mesi sfruttando solo le risorse del luogo: non si tratta di un nuovo reality-show ma della quarta missione scientifica Hi-Seas, con cui la Nasa intende sperimentare le
tecnologie che in futuro permetteranno all'uomo di sopravvivere su Marte.

La spedizione, che prenderà il via il prossimo 29 agosto, vede come protagonisti sei ricercatori di varie nazionalità, ciascuno con una specifica preparazione: c'è un medico, un architetto, un fisico, un esperto di voli interplanetari e un 'cacciatore' di vita extraterreste.
   
A svelare i primi dettagli è proprio uno di loro, Cyprien Verseux, giovane astrobiologo francese che lavora tra Italia e Stati Uniti dividendosi tra l'Università di Tor Vergata e il Centro di ricerca Ames della Nasa a Moffet Field, in California.

«Verso Ferragosto partiremo per le Hawaii - spiega Verseux - e lì ci stabiliremo sulle pendici di un vulcano alto più di 2.000 metri dove il suolo basaltico è completamente privo di vegetazione, un vero e proprio paesaggio marziano. Dovremo vivere isolati per 12 mesi come astronauti, tanto che non potremo neppure uscire dal nostro abitato senza indossare le tute spaziali».

Proprio come accade per gli astronauti sulla Stazione spaziale internazionale (Iss), anche i ricercatori di Hi-Seas saranno sperimentatori e cavie allo stesso tempo. «Da un lato saremo oggetto di ricerca e verremo studiati per capire come reagiranno le nostre menti e i nostri corpi in condizion così estreme, mentre dall'altro lato - racconta Verseux - portemo avanti le nostre ricerche scientifiche. Io, ad esempio, studierò come sfruttare le risorse marziane per produrre l'ossigeno e le piante necessarie alla sopravvivenza».

Le possibilità offerte dal Pianeta Rosso saranno davvero poche. «Potremo usare i nutrienti e i metalli presenti nel suolo, l'anidride carbonica dell'atmosfera, l'azoto e l'acqua. Quest'ultima potrebbe essere presente sotto forma di ghiaccio, vapore atmosferico o umidità nel terreno», precisa l'astrobiologo. Il suo asso nella manica saranno i cianobatteri, microrganismi capaci di fissare l'anidride carbonica e l'azoto dell'atmosfera usando l'energia del Sole. «Il loro utilizzo - spiega Verseux - può spaziare dalla produzione di biocarburanti all'estrazione di metalli dal suolo, dalla produzione dell'ossigeno da respirare fino alla crescita dei vegetali»: un giorno si parlerà forse anche su Marte di frutta e verdura a chilometri zero.

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