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"Il signor Nino", Cerruti mette in mostra il suo guardaroba

FIRENZE. "Ho messo in mostra il mio guardaroba personale degli ultimi 50 anni dietro il suggerimento di Raffaello Napoleone. Ma questi vestiti raccontano anche l'evoluzione della moda e del costume maschile degli ultimi decenni". E' "Il signor Nino" (Cerruti) a parlare, come il titolo della mostra ospitata al Museo Marino Marini, a cura di Angelo Flaccavento, con cui Pitti Uomo N.88 ha reso omaggio al presidente dell'omonimo Lanificio di Biella, che stamani ha ricevuto a Palazzo Vecchio il Premio alla Carriera da Pitti Immagine.

La mostra, in partnership tra il Lanificio Fratelli Cerruti dal 1881 e The Woolmark Company (autorità globale per la lana Merino) rientra nel Programma Speciale Fiere Pitti Immagine 2015: collaborazione tra Centro di Firenze per la Moda Italiana e Ice, con il supporto del ministero dello Sviluppo Economico. Esposti 60 outfit tratti dai 500 che appartengono al guardaroba del Signor Nino. Ci sono le giacche di tweed, i blazer di grisaglia, quelli in cotone con modernissime fodere in seta floreali, gli smoking, i cappotti di alpaca anni Ottanta e perfino una tuta di pelle: "Andavo in moto, ero molto sportivo da giovane e le tute non venivano prodotte ancora, così la mia mi fu cucita da un sarto" rivela Cerruti.

"Ho conservato i miei vestiti in un archivio per ragioni personali - spiega -. Sono, attraverso gli anni, la mia seconda pelle, un argomento di estetica e di rispetto per i valori dell'artigianato e dell'arte del tessuto, una testimonianza della mia evoluzione di uomo nel tempo. E' storia ed è la mia storia, con tutto quello che è successo intorno e come io l'ho vissuto".

"Nino Cerruti è un uomo dall'eleganza leggera - spiega Flaccavento - e senza tempo. Decennio dopo decennio ha conservato in un immenso guardaroba-archivio, tutte le stagioni del proprio stile e del proprio esistere. Momenti di una storia irripetibile iniziata nemmeno trentenne nei tardi anni Cinquanta e sviluppatasi fino ad oggi. Il percorso coincide e si sovrappone ad una rivoluzione soft nel mondo, inizialmente rigido, dell'abbigliamento maschile, che Nino Cerruti, da sempre 'il Signor Nino' per amici, dipendenti, conoscenti ha portato avanti nel doppio ruolo d'imprenditore tessile e stilista, aiutando gli uomini a trovare un nuovo modo di rappresentarsi".

Il protagonista della mostra non è l'imprenditore illuminato, ma l'uomo di stile, che da sempre ha trattato la lana merino come fosse la sua seconda pelle. Le trame di tessuti speciali, che da 65 anni continua a tessere, fluttuano in epoche differenti e passano dalle mani di sapienti artigiani a quelle di esperti tecnici della confezione industriale, descrivendo uno stile quotidiano e non artificiale.

"Spero con questa mostra di trasmettere uno stile che ama una normalità coniugata con l'innovazione piena di energia - dice
Cerruti -. Dal dopoguerra c'è stato un cambiamento di costumi e l'industrializzazione ha cambiato tutto. Prima i tessuti li vendevano i sarti. C'erano regole rigide. Gli operai uscivano dalla fabbrica in giacca e cravatta. Guai senza. Io non avrei potuto con mio padre andare col golf in fabbrica. Oggi l'uomo è più libero, rilassato. Si è passati dalla formalità della sartoria inglese, rifatta molto bene dai napoletani, al casual importato dagli Usa, che ha fatto affermare tre capisaldi della moda maschile: individualismo, libertà, comfort. Sulla base di questi tre principi si è sviluppata la moda maschile. Per la donna è stato importante essersi emancipata dall'uomo, lavorando e cominciando a mettere i pantaloni. Ma la moda non può essere unisex, la donna è fatta diversamente e i tessuti sono più leggeri per la sua conformazione".

"La giacca è la base del guardaroba - conclude Cerruti -. senza la giacca non sai neppure dove mettere chiavi e telefoni. L'ultima rivoluzione nella moda maschile è quella dell'utilizzo delle fibre elasticizzate nei tessuti maschili, che permettono di adattare meglio le giacche al corpo".

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