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A rischio i mammiferi dell'Artico: colpa dei cambiamenti climatici

ROMA. Un team di scienziati internazionali ha realizzato il primo studio sullo stato dei mammiferi che abitano l'Artico, sottolineando come per molti di questi animali il futuro resti incerto. Nel loro studio gli scienziati hanno preso in considerazione anche i cambiamenti dello strato ghiaccio, fattore chiave per la vita di molti di questi animali. E, analizzando le variazioni del ghiaccio nei periodi estivi tra il 1979 e il 2013, hanno scoperto una riduzione "profonda" dello strato ghiacciato. Il periodo estivo nella maggior parte delle regioni si è allungato da una media di 5 a 10 settimane, mentre nel Mare di Barents l'estate è aumentata di oltre 5 mesi. Complessivamente, otto sottopopolazioni sono in declino, tra cui alcuni gruppi di orsi polari e foche che dipendono fortemente dal ghiaccio per il cibo e per riprodursi. Dieci, invece, le popolazioni in aumento, tra cui trichechi e balene, che potrebbero avere benefici dalla riduzione del ghiaccio perché, almeno inizialmente, il calo aumenta il cibo a loro disposizione. Gli studiosi non sono stati in grado di descrivere le tendenze di 51 delle 78 sottopopolazioni prese in considerazione, a causa della mancanza di dati disponibili. E, per questo, hanno invitato le autorità ad aumentare la raccolta di dati su questi mammiferi: "queste specie", ha sottolineato Kristin Laidre, autrice principale della ricerca, "sono indicatori della salute dell'ecosistema e una risorsa chiave per l'uomo". Lo studio, condotto dalla University of Washington, è stato pubblicato su Conservation Biology.

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