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Il vento dei buchi neri modella le galassie

ROMA. Per la prima volta è stato ricostruito il modo in cui il 'vento' che si sprigiona dai buchi neri modella le galassie. Lo ha scoperto, e descritto sulla rivista Science, il gruppo internazionale coordinato dall'italiano Emanuele Nardini, dell'università britannica di Keele, e del quale fanno parte più gruppi italiani che fanno capo all'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).

Utilizzando immagini e dati catturati dai satelliti Nustar, della Nasa, e Xmm, dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa), i ricercatori hanno ricostruito i movimenti degli sciami di particelle emesse in tutte le direzioni dai buchi neri che si trovano al centro delle galassie attive e che influenzano il processo di formazione delle stelle.

"Abbiamo scoperto per la prima volta la 'geometria' dei venti dei buchi neri" , ha detto Nardini. Osservando il nucleo attivo di una lontana galassia, la quasar Pds 456, i ricercatori hanno misurato i venti che attraversano la grande nube di gas che circonda il buco nero al centro della galassia.

I ricercatori hanno scoperto che il vento sprigionato dai buchi neri si diffonde ''secondo forma 'sferica'''. Questa, ha spiegato Nardini, ''era stata ipotizzata già da molto tempo, ma adesso per la prima volta l'abbiamo misurata sperimentalmente". I venti vengono generati dalla materia che viene risucchiata all'interno dei buchi neri e capire il modo in cui si diffondono potrebbe essere fondamentale per capire la struttura delle galassie come la nostra. Questi venti farebbero infatti sentire i loro effetti perfino sulle stelle che si formano nelle lontane zone periferiche della galassia.

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