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Truffe on line, occhio agli imbroglioni: sono sempre di più i malintenzionati a far cadere nella rete

A Palermo 3.700 denunce nel 2014. Vincenzo Macrì, dirigente della Polizia postale: «Bastano soltanto un po’ di accortezza e buonsenso»

«Mezzo secolo fa Totò vendeva la fontana di Trevi, ora Totò la mette su internet e tutti la vogliono». Anche se l'Antonio Peluffo cinematografico alla fine risarcisce le sue vittime, Vincenzo Macrì, dirigente della Polizia postale di Palermo, usa il film-manifesto della figura del truffaldino per far capire quali sono i meccanismi, soprattutto psicologici, che muovono i raggiri on line.

Ovvero «la pulsione umana - spiega Macrì - a concludere quello che si ritiene un buon affare per avere un oggetto che si desidera in quel momento». Quello delle lucciole per lanterne prese sul web è ormai un fenomeno enorme. «Il numero di truffe on line ha superato quello delle truffe nella vita reale». Ma è lo stesso Macrì a frenare l'allarmismo. «Basta essere cauti come lo si è nella quotidianità per non incappare nella disavventura. Chi consegnerebbe mai 200 euro per strada a un uomo con la promessa che domani nello stesso posto avverrà la consegna di un telefonino? Nessuno.

Ed è così che bisogna comportarsi anche sul web». Facile a dirlo. Nella realtà (pardon, davanti a un computer) non è affatto così. E lo dimostrano gli ultimi dati diffusi dalla polizia postale relativi al 2014. In tutta Italia sono 80.805 le denunce presentate che hanno, in seguito alle indagini degli agenti, portato alla segnalazione all'autorità giudiziaria di 3.436 soggetti e a 7 arresti. A Palermo negli uffici della polizia postale di via Roma, nell'anno appena passato, sono state prese in esame 3.495 denunce che hanno portato alla denuncia in stato di libertà di 177 persone e ad un arresto. Se si restringe il campo al contrasto ai crimini informatici relativi ai sistemi di pagamento i denunciati sono stati 28 per reati in materia di carte di pagamento sono stati e 23 per reati in materia di home banking (servizi bancari utilizzati attraverso pc o smartphone), a seguito di 713 denunce ricevute.

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