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Lo show di Lovejoy nei cieli: nuovo passaggio fra 8 mila anni

L’orario migliore tra le 20 e le 21.30, lontani da inquinamento luminoso e abituando l’occhio, piano piano, al buio del cielo

PALERMO. C’è una cometa che ci sta passando sulla testa e che in queste notti, con un po' di pazienza, potremmo vedere anche a occhio nudo nei nostri cieli. Ma chi faccia coincidere questa circostanza con la credenza legata all'Epifania è destinato a rimanere deluso. Non è quella che, secondo la tradizione, avrebbe guidato i Re Magi alla Stalla di Betlemme, la stessa che avrebbe spaventato a morte il pastorello raffigurato nella statuina dello «scantàto del presepe». Non fosse altro perché, calcoli alla mano, quella che passa adesso è già passata su ben altre grotte, quelle dentro le quali vivevano i nostri antenati ottomila anni fa. E tanti ne trascorreranno prima che torni a farsi ammirare. Un buon motivo per non perdersela nelle prossime ore.

La cometa si chiama Lovejoy dal nome dell'astronomo australiano Terry Lovejoy che l'ha osservata per la prima volta il 27 novembre del 2011 nell'emisfero australe quando non era altro che un insignificante puntino che aveva appena attraversato la corona solare al suo perielio, cioè la minima distanza dalla nostra Stella. Nel suo viaggio verso la Terra la Lovejoy ha cominciato ad essere visibile da terra il 21 dicembre scorso nell'emisfero australe dove è stata più volte fotografata in direzione della costellazione dello Scorpione ed è diventata visibile dopo qualche giorno, attraversato l'equatore celeste, anche dall'emisfero boreale, il nostro. Ha però raggiunto la distanza minima dal nostro pianeta il 6 gennaio scorso e da qui il riferimento alla cometa dei Re Magi. Ma, tra oggi e domani, malgrado la cometa sia ormai in allontanamento, potrà essere osservata anche a occhio nudo perché nel giorno della sua massima vicinanza non era ben visibile da terra per il disturbo causato dalla luminosità della Luna. In queste sere, invece, la visibilità è migliorata e ce la potremo godere anche per la sua luminosità particolarmente intensa.

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