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«Reclog», il social che emoziona: l'app per raccontare con foto e suoni

Più diffusa su dispositivi Apple, da febbraio è disponibile gratuitamente anche sui sistemi Android. Il noto «like» di Facebook diventa il «clap», mentre gli «ascolti» sono le visualizzazioni, dette «take»

PALERMO. Il primo passo è scaricare l'App gratuitamente sul proprio smartphone; il secondo è quello di lasciarsi trasportare dalle proprie emozioni, non solo visive ma anche uditive, cogliere un particolare, scegliere di fissarlo e condividerlo. In poche parole: scatti la foto, registri l'audio e lo condividi. Così funziona il social network degli stati d'animo, «Reclog».

Progetto realizzato da talentuosi etnei, che festeggia non solo l'anno dalla sua realizzazione, ma anche i successi conseguiti. Sono 45 mila gli utenti registrati e una permanenza media sulla piattaforma di tre ore e mezza al mese, in quello che è il «social voice» del futuro, come spera e spiega Biagio Teseo, fondatore e creative director di Rosolini (Siracusa). Reclog è anche un generatore di contenuti come Youtube o Tumblr, «non un antagonista dei ben più noti social - commenta Biagio Teseo -, ma qualcosa di trasversale che permette di condividere un audio, di massimo trenta secondi, associato a una foto. Un contenuto originale e con un forte impatto emotivo». Una sorta di Instagram, con l'audio che non viola il diritto d'autore, perché rispetta la registrazione consentita di massimo trenta secondi.

Il cretive director racconta come il social sia cresciuto in poco tempo e abbia raccolto le emozioni di tantissimi utenti che hanno condiviso momenti di un concerto, di un viaggio o di una manifestazione. Come Josef Israel, giornalista e doppiatore inglese, che usando l'app, ha raccontato una protesta sull'Iran tra le strade londinesi. Nel social emotivo non mancano, infatti, storie che emozionano come il reportage del dolore dall'Aquila realizzato dal freelance Giulio Finotti, cinque anni dopo il terremoto che la devastò. Scatti di un quotidiano dimenticato tra macerie e memorie spezzate, a cui il giornalista ha associato l'audio delle telefonate di quei terribili momenti.

Certamente quella che colpisce di più è la vicenda di Mohini Kamwani, la donna indiana di 79 anni, moglie di un attivista pacifista scomparso, che fu anche compagno di prigionia di Gandhi, tanto da diventare la testimonial inconsapevole di RecLog, avendolo definito strumento di propaganda molto più efficace di Twitter o Facebook. Arrestata dalla polizia di Maharashtra, insieme al figlio Dilip, Mohini ha così iniziato una campagna di sensibilizzazione contro la corruzione, utilizzando tutti i social, tra cui il siciliano RecLog. Nel giro di pochi giorni dall'India ci sono stati oltre mille download, soprattutto in concomitanza con la festa dell'Indipendenza, il 15 agosto.

L'applicazione molto più diffusa su dispositivi Apple su cui era unicamente disponibile, ma anche grazie alla campagna avviata da Tim, cliente zero di RecLog; è da febbraio disponibile anche per Android (dalla versione 4). Basta registrarsi con la propria e-mail o il proprio profilo Facebook per iniziare a produrre contenuti originali («take», ossia audio più foto), per poi condividerli non solo con gli utenti, i «reclogger»; ma anche con gli amici attraverso l'interfaccia che permette in tempo reale di postarli su Facebook, Twitter, What’sapp, Google Play e altri social.

Il noto «like» di Facebook qui è «clap»; mentre gli «ascolti» sono le visualizzazioni del «take». Un sistema di ricerca interno con hashtag permette di ricercare utenti e contenuti, un po' come Twitter. Il team, formato da Giuseppe Nucifora, responsabile sviluppo iOS e web, Salvatore Pappalardo platform developer, Mario Nolassi, mobile developer, e Angelo Pappalardo, che si è occupato di sviluppare la versione per Android, è ora impegnato a migliorare l'interazione tra gli utenti e cercare nuovi finanziamenti per portare RecLog a un livello superiore. Per sapere quale, dovremo però attendere.

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