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L'università cerca professori: facoltà con cattedre vuote

A Palermo organico ridotto a causa dei pensionamenti. Ma i presidi assicurano: sarà tutto risolto prima che inizi il secondo semestre

PALERMO. Tutte le facoltà universitarie alle prese con le cattedre vuote in seguito a pensionamenti o fisiologici avvicendamenti, si avvia a marzo il secondo semestre e la didattica è a caccia di insegnanti da richiamare in qualunque forma, con contratto retribuito, gratuito, in convenzione. E si conferma che la soluzione è solo una, trovare gli insegnanti a qualunque costo. «Nessuna cattedra resterà vuota all’avvio del secondo semestre» assicurano i presidi di Scienze della formazione Michele Cometa, Fabrizio Micari di Ingegneria, Mario Giacomarra di Lettere e filosofia, Sergio Boscaino di Scienze matematiche fisiche naturali. La conferma che le cattedre avranno il loro insegnante arriva anche dal preside di Giurisprudenza Antonio Scaglione e dal preside della facoltà di Medicina Giacomo De Leo: «Tutte le coperture garantite al 100%». E se qualche materia ”tace“ - questa è la formula per segnalare una materia senza professore (nei depliant per gli studenti c’è un asterisco in fondo: ”Le materie possono tacere in qualunque momento“) - in questo caso lo stesso studente è obbligato a scegliere un insegnamento alternativo. L’esempio arriva da Scienze della formazione: «Se uno studente non si può laureare perchè per esempio la Storia moderna tace, in alternativa dovrà frequentare Storia contemporanea o Storia medievale». Pensionata da poche settimane, la professoressa di Letteratura francese Valeria Rizzitano diventa il simbolo dell’attualità universitaria, di un Ateneo a caccia di professori che però è costretto a rifiutare quelli che si offrono di lavorare gratis. A causa di una nuova regola del 5% che viene considerata «inutile ed incomprensibile, da addebitare alla riforma Gelmini, sperando che salti agli occhi del nuovo ministro Profumo», spiega la stessa professoressa Rizzitano: «E infatti al momento di andare in pensione per limiti d’età ho dato al mio preside Michele Cometa la disponibilità a completare l’anno accademico con un contratto non retribuito. Ma il preside ha dovuto rilevare che i contratti non retribuiti sono consentiti solo in misura del 5% dei docenti attivi e poichè Scienze della formazione ha circa cento docenti, erano possibili solo cinque contratti, già assegnati a docenti di materie obbligatorie». E dunque la paradossale situazione di una professoressa alle ultime battute: «Entro in aula e mi ritrovo una cinquantina di studenti, il doppio del solito. Chi siete? Mi spiegano che erano arrivati a Letteratura francese in seguito al fatto che Letteratura inglese tace perchè il professore è in anna sabbatico. Obbligati allora a scegliere fra l’albanese, l’arabo, il tedesco e il russo, hanno considerato ”più facile il francese“. Ma quando ho detto che nel mio corso di Letteratura francese i testi si leggono in francese, desolati si sono alzati e sono andati via, dove saranno ora?» .

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