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Lotta al bullismo, il racconto dell'ex pugile

Pino Leto ha parlato agli studenti dell´istituto per geometri Rutelli di Palermo dove è stato proiettato un cortometraggio. Il boxeur: "Nello sport ho trovato le regole e il rispetto"

PALERMO. «In ognuno di noi c´è un talento, ma molti non hanno l´opportunità di scoprirlo. Io ero un bambino invisibile, il più povero dei poveri, la vittima dei bulli. Il pugilato è stata la mia alternativa, mi ha dato delle regole, mi ha insegnato a non tirare colpi bassi e a rispettare sempre l´altro». Con queste parole, l'ex pugile palermitano, Pino Leto, si è rivolto agli studenti dell´istituto per geometri Rutelli che presso l´aula magna della scuola di via Gian Giacomo Ciaccio Montalto, 3 a Mezzomonreale, hanno presentato il cortometraggio sul bullismo dal titolo "Vincerò". La proiezione è stata inserita nel corso della giornata finale del progetto "Bullismo Noi NO" realizzato dalla cooperativa Areté, diretta da Rosa Gennuso, e finanziato dall´assessorato alle Politiche sociali della Provincia.  
L´atleta, autore del libro "Amare Palermo amara" che è stato distribuito ai ragazzi, ha raccontato storie di povertà e violenza legate agli anni della sua adolescenza. Episodi che lo portarono ad abbandonare la strada per seguire la sua passione per lo sport. Il suo intervento è arrivato al termine della proiezione del cortometraggio realizzato dagli studenti. Un video che prendendo spunto da episodi di bullismo accaduti a scuola, mostra due situazioni di disagio in cui violenze, prepotenze e insulti si manifestano prima contro un nuovo studente e dopo contro un compagno che vuole candidarsi a rappresentante di classe.
«Il bullismo è sempre esistito - afferma il presidente della Coperativa Areté, Rosa Gennuso - ma rispetto agli anni passati il fenomeno sta assumendo un´altra dimensione. Nell´era dei videofonini, di internet e youtube, infatti, sembra che commettere atti di vandalismo e violenza sia per i giovani l´unico modo per attirare l´attenzione dei coetanei ed esprimere la propria individualità. In realtà, tali azioni sono un assordante grido d´aiuto di bambini e adolescenti che chiedono più spazio per coltivare le proprie passioni e i proprio sogni. Fondamentale, dunque, portare avanti iniziative in cui i ragazzi  non siano solo  dei  cervelli da riempire di nozioni, ma persone da valorizzare, educare e proteggere».

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