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Morta dopo il vaccino AstraZeneca: cos'è la "piastrinopenia" di cui soffriva Camilla

Soffriva di piastrinopenia autoimmune Camilla Canepa, la ragazza di 18 anni morta dopo la vaccinazione volontaria con AstraZeneca. Si tratta di una malattia della coagulazione, che comporta una forte riduzione del numero di piastrine circolanti, a causa della loro distruzione o della mancanza della produzione. La patologia viene distinta in forme primarie (circa 80% del totale) e forme secondarie (20%). In queste ultime, insorge a seguito di altre patologie o a causa dell’assunzione di farmaci.

La piastrinopenia autoimmune ha un’incidenza compresa tra 1.6 e 3.9 casi per 100.000 persone all’anno. Tra i sintomi maggiormente riconoscibili ci sono la comparsa di petecchie e di ecchimosi a livello cutaneo, insieme a sanguinamenti dal naso (epistassi) o dalle gengive (gengivorragie). Frequenti anche bolle emorragiche in corrispondenza delle mucose, sanguinamenti dell’apparato gastro-intestinale e genito-urinario (presenza di sangue nelle urine) e, nelle donne, emorragie più abbondanti nel corso delle mestruazioni. In alcuni casi, vi può essere la concomitante presenza di anemia sideropenica secondaria, che può essere accompagnata da debolezza o astenia.

La mortalità è inferiore all’1-2%, ma la malattia può influire sulla qualità di vita dei pazienti. Il principale obiettivo della terapia è quello di ridurre il rischio emorragico e quindi di mantenere il numero di piastrine a livelli non pericolosi per la salute.

Per i casi più gravi, vengono valutati trattamenti più invasivi che possono arrivare fino alla splenectomia, l’opzione terapeutica con il maggiore tasso di risposta positiva.

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