Chi è stato positivo al Covid deve vaccinarsi con una sola dose. A fare chiarezza è Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (Simg), il quale spiega cosa prevedono le linee guida nazionali e internazionali.
Sull'argomento infatti c'è grande confusione tra gli oltre 4,2 milioni di italiani a cui è stata diagnosticata una infezione di Sars-Cov-2". In Italia, ricorda, Cricelli "abbiamo oltre 4,2 milioni di persone che sono contagiate dal virus, con o senza sintomi, e probabilmente altrettante che non sanno di esserlo stato perché asintomatiche. Ma in molti ci chiamano per avere informazioni riguardo all'opportunità o meno di vaccinarsi contro il Covid, confusi da una certa disinformazione a riguardo".
Le linee guida internazionali e la circolare ministeriale 3 marzo 2021 spiegano infatti chiaramente "che è possibile la somministrazione di una sola dose di vaccino anti-Covid nelle persone che hanno già avuto l'infezione da Sars-CoV-2, sia in maniera sintomatica che asintomatica, purché la vaccinazione venga eseguita ad almeno 3 mesi di distanza dalla documentata infezione e preferibilmente entro i 6 mesi dalla stessa".
Non servono quindi due dosi, anche se non manca chi le ha fatte, e non è vero, come alcuni sostengono, che chi è stato positivo non debba vaccinarsi. "Una sola dose - afferma Cricelli - basta in questi soggetti a offrire una protezione robusta in particolare contro le varianti e amplifica la risposta immunitaria naturale. Alcuni credono che poiché hanno avuto il Covid non abbiano necessità di farlo, ma l'immunità da vaccino è più robusta di quella data dalla malattia e il richiamo potenzia l'immunità conseguita con l'infezione".
Rispetto a quale vaccino, "non ve ne è uno migliore di un altro", conclude Cricelli, "come evidenziano i dati di ormai circa 1,7 miliardi somministrazioni nel mondo".
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