Entro il prossimo decennio, Covid-19 potrebbe divenire poco più che un semplice fastidio stagionale, associato a sintomi lievi come tosse e raffreddore. Questa la confortante prospettiva, riportata sulla rivista Viruses dagli scienziati dell’Università dello Utah, che hanno utilizzato modelli matematici per implementare le informazioni legate alla pandemia da nuovo coronavirus e i cambiamenti a livello di sistema immunitario. Il team, guidato da Fred Adler e Alexander Beams, sostiene che la gravità dell’infezione potrebbe diminuire man mano che le popolazioni svilupperanno collettivamente l’immunità. Stando ai dati del gruppo di ricerca, infatti, le manifestazioni della malattia potrebbero essere guidate da adattamenti della nostra risposta immunitaria piuttosto che da mutazioni del virus stesso. Gli autori hanno considerato le similitudini di SARS-CoV-2 con un altro coronavirus, un agente patogeno che alla fine del XIX secolo è stato associato alla pandemia di influenza russa. «All’inizio dello scorso anno, quando Covid-19 ha iniziato a diffondersi - spiega Adler - il nostro sistema immunitario non era preparato, il virus era completamente nuovo. I nostri modelli mostrano che, con un numero sempre più elevato di adulti parzialmente immuni, sia tramite infezioni precedenti che vaccinazione, le infezioni gravi scompariranno entro il prossimo decennio». Gli scienziati precisano però che i modelli non tengono conto di ogni potenziale influenza sulla traiettoria della malattia, come la pericolosità di eventuali varianti più gravi che potrebbero emergere. «Il prossimo passo - conclude Adler - sarà confrontare le nostre previsioni con i dati più recenti sulla malattia. In questo modo potremo valutare in che direzione stia andando la pandemia. Avere informazioni sull'andamento dei casi lievi in rapporto a quelli più acuti potrà fornire indicazioni più precise, estremamente utili in ambito decisionale».