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Medicina termale, cresce il ruolo dell'idroterapia nella sanità

ROMA. La medicina termale assume un ruolo sempre più importante nelle strategie sanitarie mondiali. Lo attesta lo studio internazionale 'Hydroglobe' sul quadro complessivo per l'idroterapia nel mondo, presentato questa mattina a Roma al ministero della Salute. Il report è stato
svolto della Fondazione per la ricerca scientifica termale (Forst) e della Federazione mondiale termalismo e climatoterapia (Femtec), in collaborazione con l'International society of medical hydrology e dell'Organizzazione mondiale della sanità.
In tutto il mondo le acque termali più utilizzate sono quelle ricche di calcio, magnesio o sodio, sulfuree saline, sulfuree e carbonate, si legge nel report. Si va alle terme soprattutto per curare i disturbi dell'apparato muscolo scheletrico, artrosici e reumatici (40%), per le patologie respiratorie e dell'apparato digerente (17.5%). I trattamenti più praticati nel mondo sono la balneoterapia (90%) e i fanghi o argille non medicinali (85%). Seguono la vasche per idromassaggio, getti di acqua e percorsi Kneipp (oltre 75%), acque da bere (circa 70%), cure inalatorie (65% circa) e aerosol (62%). Infine massaggi ad alta pressione e argille per terapie mediche.
La ricerca ha incluso 2.700 strutture termali di 10 nazioni. Fotografati 1.300 centri in Russia, 400 in Italia, 300 in Cina, 250 in Francia, 130 in Romania, 120 in Polonia ed Ungheria, 70 in Tunisia, 50 in Portogallo, 30 a Cuba. In Italia ci sono oltre 380 stabilimenti termali in 20 regioni e 170 Comuni.
Gli addetti, diretti e indiretti, sono oltre 60.000. Il maggior numero di stabilimenti è in Campania (113), Veneto (109), Emilia Romagna (24), Lazio (18) e Lombardia (16). I Paesi europei e la
federazione Russa riconoscono le cure termali e le includono nei servizi erogati dai sistemi sanitari nazionali che rimborsano l'87,5% delle terapie. Nei paesi nordafricani la tradizione idroterapica è ben radicata e sta andando incontro rapidamente a norme e regole. Infine i Paesi orientali, come la Cina, dove il livello normativo è agli inizi e manca un inquadramento medico delle cure.

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