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Spesa sanitaria privata, la Sicilia è al penultimo posto

Osservatorio Ocps: "Le famiglie spendono in base al reddito e non alla qualità del sistema pubblico regionale"

PALERMO. Nella classifica della spesa sanitaria delle famiglie, la Sicilia è in fondo alla lista, "battuta" solo dalla Campania. Nelle regioni del sud si spende meno, pure a fronte di un sistema sanitario pubblico non migliore.


È ciò che emerge dal rapporto annuale dell'Osservatorio sui consumi privati in sanità della Scuola di direzione aziendale della Bocconi, i cui risultati saranno presentati e discussi venerdì 27 a Palermo, all'ospedale La Maddalena, Dipartimento oncologico di III livello, in un convegno organizzato con l'Associazione italiana ospedalità privata, dal titolo "Consumi pubblici e consumi privati nel futuro della sanità". È la prima volta che il rapporto Ocps viene presentato fuori dalla Bocconi, consolidando così la partnership con l'istituto di eccellenza palermitano.


La tesi a cui conducono i risultati è, secondo l'osservatorio, che la spesa per la salute delle famiglie non sia compensativa della qualità dei sistemi pubblici, essendo elevata anche dove questi funzionano bene, ma sia connessa quasi esclusivamente al reddito. I dati mostrano anzi che le regioni considerate migliori nel contesto nazionale sono anche quelle in cui si spende di più in sanità privata. In particolare, nel 2011, in Sicilia, questa è stata pari a 289 euro pro capite, a fronte dei 707 e dei 666 euro rispettivamente di Trentino Alto Adige e Veneto e di una media nazionale di 463.


Nel complesso, nell'anno analizzato, le famiglie hanno speso 28 miliardi di euro, pari al 20 per cento della spesa sanitaria complessiva italiana (140 miliardi di euro), incidendo per il 4 per cento sulle voci di uscite domestiche.


Il convegno sarà l'occasione per guardare ai consumi privati come risposta alla soddisfazione globale dei bisogni da parte delle strutture ospedaliere. Oggi gli operatori sanitari sono, infatti, chiamati a rispondere alle mutate esigenze di salute delle persone, sempre più ampie e variegate, spesso ancor prima che si manifestino sottoforma di patologie da curare. Per questo è utile guardare da vicino i dati del rapporto Ocps.
Nel dettaglio, il campione è stato suddiviso in quattro gruppi, che riportano a quattro diversi modelli di consumo: chi spende poco, chi spende dal dentista, chi per malattia e chi per la ricerca del benessere, comprendendo in questa categoria non spese voluttuarie bensì utili a migliorare comunque la qualità della vita.


Il primo insieme è il più ampio, il 79 per cento dell'intero campione, ma rappresenta solo il 27 per cento della spesa sanitaria privata, con una media di 68,8 euro al mese per famiglia e 15,5 pro capite. Il secondo gruppo (il 4 per cento del campione) spende molto (il 17 per cento della spesa) dal dentista: circa 535 euro mensili a famiglia e 171 a persona. Chi spende per malattie è invece il 15 per cento del campione, con il 36 per cento della spesa complessiva, 257 euro per famiglia e 96 pro capite. Solo il 2 per cento, infine, si trova a sborsare mediamente ben 1.071 euro al mese a famiglia e 396 pro capite per il proprio benessere, coprendo il 20 per cento della spesa totale.


L'Ocps sottolinea un dato che in aggregato non si evince: "Se è vero che a livello macro le spese private appaiono correlate al reddito, nel dettaglio delle famiglie chi spende molto per il dentista o per il proprio benessere non è per forza ricco". A moderare l'incontro sarà Mario Del Vecchio, direttore dell'Ocps. La partecipazione al convegno è gratuita previa registrazione online entro il 24 settembre sul sito istituzionale.

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