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Stent riassorbibile all'ospedale di Caltanissetta, primo intervento su un sessantenne

Il paziente di Mussomeli è stato il primo beneficiario di una rivoluzionaria tecnica interventistica che pone il Sant'Elia fra i più all’avanguardia dell’Isola. Per i cardiopatici un’arma in più per sconfiggere la coronaropatia ostruttiva

CALTANISSETTA. E’ stato un sessantenne di Mussomeli il primo beneficiario di una rivoluzionaria tecnica interventistica che pone l'ospedale Sant'Elia fra i più all’avanguardia dell’Isola. Per i cardiopatici un’arma in più per sconfiggere la coronaropatia ostruttiva. Di cosa si tratta è presto spiegato. Nel reparto di Emodinamica diretto dal primario Francesco Amico è stato introdotto da due settimane lo stent riassorbibile. Il primo intervento su un cardiopatico di Mussomeli di 60 anni il secondo su un ennese non ancora cinquantenne. La novità, rispetto a quelli tradizionali, è che lo stent riassorbibile scompare dopo due anni che viene impiantato, poiché il farmaco contenuto in esso viene rilasciato gradualmente. “La tecnologia Bioresorbable Vascular Scaffold (Bvs) – dichiara Francesco Amico – ha dimostrato di essere in grado di rivoluzionare il trattamento dei pazienti affetti da coronaropatia ostruttiva poiché fa quello che nessun altro dispositivo coronarico medicato è capace di fare, ovvero dissolversi in maniera completa e ripristinare la funzione fisiologica del vaso, cosa che non è possibile con gli impianti metallici permanenti. Questo piccolo “miracolo” tecnologico è possibile grazie al polilattico, un materiale biocompatibile che viene comunemente usato per dispositivi medici come il materiale da suture riassorbibili”. Il reparto di Emodinamica opera ormai a pieno regime, 24 ore su 24 e con circa 7 – 8 interventi al giorno. “Lavoriamo in perfetta sinergia con il reparto di Cardiologia diretto da Salvatore Giglia”, ha rilevato l’emodinamista Francesco Amico aggiungendo: “nonostante il periodo di ristrettezze economiche, le difficoltà per la mancanza di personale medico e infermieristico la nostra Asp cerca sempre di porre al centro di tutto il paziente di cui ci prendiamo cura a 360 gradi”.

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