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Batterio killer, i primi esami scagionano i germogli di soia

Esito negativo dalle analisi, ma sono in arrivo ulteriori accertamenti. Caso di sospetta infezione anche in Canada

BERLINO. Chi si aspettava una rapida soluzione del giallo dell'epidemia di E. Coli è rimasto deluso: le prime analisi sui germogli di soia tedeschi - i principali sospettati dopo i cetrioli spagnoli - hanno dato esito negativo. Non solo: il governo regionale della Bassa Sassonia (nordovest) ha messo in guardia che i risultati di tutti i test non si conosceranno in tempi brevi, sottolineando che la ricerca della fonte dell'epidemia si sta dimostrando "molto difficile".  Di fatto, quindi, le autorità sanitarie tedesche sono al punto di partenza, ma per il governo federale l'avviso su insalate e germogli vari rimane. Anche se la Commissione Ue fa sapere che per ora non c'é una "specifica allerta europea" sui germogli di soia.
Intanto, un primo caso di sospetta infezione è stato annunciato ieri sera dalle autorità sanitarie canadesi. La persona infettata, della quale non è stata resa nota l'identità, è un cittadino canadese che ha viaggiato recentemente in Germania e mangiato prodotti alimentari locali, ha spiegato King senza precisare quali alimenti abbia ingerito l'uomo.  "Test preliminari hanno confermato la presenza di una tossina compatibile con l'attuale epidemia di E.Coli in Europa, ma per dei risultati completi servirà ancora qualche giorno", ha precisato il responsabile sanitario.

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