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Obesità, è emergenza: come combatterla

I ricercatori riuniti a Roma invitano a mettere in atto misure speciali contro la malattia: "E' opportuno che la società si occupi del problema"

ROMA. Si stringe il cerchio della ricerca attorno all'obesità: i meccanismi biochimici e genetici che la causano stanno diventando sempre più chiari, ma è ancora lunga la strada per trasformarli in future cure. Tanto che, nel frattempo, gli esperti riuniti oggi a Roma nel congresso della Società Italiana dell'Obesità (Sio) parlano di emergenza sociale e, in attesa delle terapie, invitano a mettere in atto misure speciali, come riconoscere l'obesità una forma di disabilità.    
"E' opportuno che la società di occupi del problema", rileva il presidente del congresso, Giovanni Spera, dell'università di Roma La Sapienza. Si parla, per esempio, di promuovere la riabilitazione. Nel frattempo la Sio lancia l'iniziativa "l'obesità cura la fame", con una raccolta fondi tesi a sostenere le iniziative contro la fame nel mondo. Perché, spiega il presidente della Sio, Saverio Cinti, dell'Università Politecnica delle Marche, "c'é sempre un piccolo senso di rimorso nell'impegnarsi in una malattia frutto del benessere".    
L'impegno sulla ricerca, pressante negli ultimi anni, sta finalmente indicando con chiarezza alcuni obiettivi. Ecco i principali.

BOTTONE MAGICO: è quello capace di attivare la trasformazione delle cellule del tessuto adiposo bianco, programmate per accumulare calorie, in quelle del tessuto adiposo bruno, che le calorie le bruciano. Lo ha identificato il gruppo di Cinti e lo ha descritto sull'American Journal of Physiology. Si tratta dei recettori beta 3-adrenergici, ai quali si legano sostanze come adrenalina e noradrenalina.

CELLULE TRASFORMISTE: a pochi giorni dalla scoperta delle prime cellule in corso di trasformazione da grasso adiposo bianco in bruno, una ricerca svizzera ha scoperto che nei muscoli ci sono cellule staminali capaci di svilupparsi in adipose brune.

CIRCUITI NEURALI: una ricerca della Columbia University di New York  ha raccolto nuovi dati sui meccanismi che nel cervello controllano il senso di soddisfazione per il cibo e l'appetito.

PANCETTA PERICOLOSA: si sa da tempo che il grasso viscerale è pericolosa, ma adesso si è scoperto il perché. "E' un mistero che per anni ha assillato i ricercatori, ma adesso si è scoperto che è composto da cellule del tessuto adiposo bruno che si trasformano in cellule del tessuto adiposo bianco", spiega Cinti. Vale a dire che sono cellule capaci di espandersi senza freni, aumentando il rischio di diabete.

CHIRURGIA A DOPPIA EFFETTO: l'intervento chirurgico che stabilisce una connessione diretta fra stomaco e intestino, bypassando il duodeno, mostra di avere effetti molto positivi sul diabete ancora prima che sull'obesità. "Questo - spiega Cinti - probabilmente accade perché il duodeno contiene molte cellule che producono ormoni che agiscono sulle cellule del pancreas produttrici di insulina".

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