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Anche in Sicilia in arrivo la pillola abortiva Ru486

Un tavolo tecnico composto da quattro esperti sta valutando i tempi tecnici e i modi di utilizzo. Entro fine mese il parere definitivo sarà consegnato all'assessore Russo, che dopo preparerà il decreto per la distribuzione negli ospedali

PALERMO. Anche la Sicilia si prepara a ricevere la Ru486, la pillola abortiva che è stata usata oggi per la prima volta in Italia da una ragazza di 25 anni a Bari. Un tavolo tecnico costituto da quattro primari degli ospedali più importanti dell’Isola e presieduto da Lia Murè, responsabile del Servizio 4 della programmazione ospedaliera dell´assessorato alla Salute, è già al lavoro per decidere le linee guida di utilizzo, e non manca molto alla compilazione del parere definitivo. Il tutto dovrebbe essere completato entro un paio di settimane, al massimo entro la fine di aprile. Dopo ciò, sarà l’assessore regionale alla Sanità Massimo Russo a dover prendere in esame il parere consultivo dato da questa speciale commissione, per fare il decreto che darà il definitivo via alla distribuzione della pillola abortiva anche in Sicilia, che prevedibilmente potrebbe iniziare ad essere negli ospedali da maggio. Ogni regione, infatti, è padrona di decidere le modalità di utilizzo della Ru486, sempre in rispetto e in osservanza della legge 194 (interruzione di gravidanza). Tanti i punti su cui i quattro esperti stanno discutendo in questi giorni, in particolar modo sulla necessità di somministrare la pillola abortiva in regime di day hospital oppure scegliere il ricovero di tre giorni, come è avvenuto oggi a Bari. “Possibilmente sarà data anche la possibilità agli ospedali di scegliere entrambe le eventualità – dice il professore Luigi Aliò, primario del reparto di ostetricia e ginecologia dell’ospedale Civico e componente del tavolo tecnico sulla pillola abortiva –. Sicuramente noi daremo all’assessore Russo il nostro parere, poi sarà lui a creare un decreto ad hoc sulla somministrazione della pillola e sulle sue modalità d’uso”.  Entrambe le modalità, il day hospital e il ricovero, hanno i loro pro e i loro contro, come spiega ancora Aliò: “Eccezionalmente, a livello sperimentale, la Ru486 ha provocato dopo la sua somministrazione abbondanti perdite di sangue, ed è proprio per questo che in certi ospedali si è deciso di ricoverare la paziente per maggiore sicurezza – dice – . Tuttavia, si tratta come è stato certificato di alcuni casi sporadici, dunque diciamo che c’è stata una massimizzazione del problema. Il punto vero è che in regime di day hospital si può tutelare maggiormente la privacy del paziente, visto che chi sceglie questa strada a volte lo deve fare di nascosto, trattandosi di ragazze o di mogli che lo vogliono nascondere al marito e non possono permettersi di stare tre giorni fuori casa. Certamente ogni caso ha la sua storia ed è delicato e personale.  Nell’eventualità in cui si scegliesse il day hospital come opzione – continua Alio –, la paziente va comunque monitorata e in caso di emorragie può tranquillamente rivolgersi in ospedale senza timore”. La pillola, una volta partito il decreto, sarà distribuita negli ospedali siciliani che ne faranno richiesta. “La procedura per ottenerla richiede degli iter ben precisi, come stabilisce la legge – dice Alio – entro le prime sette settimane dal concepimento (per l’opzione chirurgica il tempo limite è 13 settimane ndr) ci si deve recare in ospedale e fare una richiesta di aborto. Dopo sarà effettuata un’ecografia e tutti i controlli del caso, e dopo sette giorni alla paziente sarà somministrata la pillola. L’importante è capire che la Ru486 è solo un’altra opzione rispetto a quella chirurgica, né più né meno”.

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