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Palermo, Zamparini alza il prezzo per Dybala: "Oggi vale più di 40 milioni"

Il presidente rosanero si gode il suo gioiello: "E' il più forte attaccante in Italia e tra due anni diventerà il più forte al mondo. Esoneri? Con me rischiano tutti, ma sono più vecchio e quindi più saggio"

PALERMO. Gioielli in vendita. Maurizio Zamparini, presidente rosanero, rilancia il prezzo di Paulo Dybala, calciatore che sta dimostrando di essere ormai un top player per la serie A. Dybala gioca alla grande, segna e Zamparini aumenta il prezzo per un’eventuale cessione: “Oggi vale più di 40 milioni ma spero di trovare un socio che venga a Palermo per portare i soldi utili a tenerlo – dichiara il patron rosanero - noi siamo costretti a fare plusvalenze per non fallire. Senza plusvalenze il Palermo non pareggerebbe il bilancio, ci sono stipendi e tasse che ci mandano in passivo. Dybala più forte di Cavani? Cavani l'ho preso giovanissimo e ha fatto benissimo. A Palermo l'hanno fischiato come Pastore e Hernandez, ma succede. Per me gioca accanto al più forte del mondo che è Ibrahimovic. Fra due anni il più forte del mondo sarà Dybala, che è il più forte attaccante in Italia. Tra due anni ne riparleremo".

Ospite della trasmissione “Tiki Taka”, Zamparini affronta anche il tema degli esoneri: “Mi sono pentito di tanti esoneri, ho avuto i vari Spalletti, Zaccheroni, Prandelli, Spalletti, Guidolin, Del Neri... Li prendevo addirittura dalle categorie inferiori. Sono sempre stato pretenzioso e mi è sempre stato riferito che la colpa era loro. Nella mia classifica ci sono allenatori mandati via due volte e pagavo anche stipendi in più. Mi auguro di non esonerarne più nessuno, ma qualcuno lo meritava. Iachini? Con me rischiano tutti ma essendo più vecchio sono diventato più saggio. Credo rischi di meno”. E poi conclude così alla domanda sullo shock della retrocessione: “Ho avuto una gran reazione, ero sicuro che saremmo tornati in serie A. E' il mio carattere, ho preso la situazione per le corna. Ero realmente preoccupato per i palermitani perché la A era il loro orgoglio e sono felice di avergliela ridata”.

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