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Acquah: "Grazie Rossi, ma per noi conta solo vincere"

Il centrocampista ghanese del Palermo ricorda con affetto il tecnico che lo ha lanciato e che proprio domenica siederà sulla panchina avversaria della Fiorentina. "Giochiamo al Barbera, un pari sarebbe un risultato negativo"

PALERMO. Dalla Fiorentina alla Fiorentina. Sono passati poco più di nove mesi da quel 6 febbraio 2011, quando Afriye Acquah è subentrato a Migliaccio che si era infortunato al 31’ del primo tempo della sfida in casa dello scorso campionato contro i viola. Da ragazzino della Primavera alla finale di Coppa Italia, tante cose sono cambiate per questo ragazzo arrivato dal Ghana all’Italia a inizio 2010, che oggi ha parlato in conferenza stampa a Boccadifalco.


Rossi, un ricordo indelebile. Ma è cambiata soprattutto una cosa. Perché proprio la persona che lo ha lanciato in Serie A e ai massimi livelli del calcio, domenica siederà nella panchina avversaria, proprio quella della Fiorentina. Stiamo ovviamente parlando di Delio Rossi. «È un allenatore che stimo moltissimo, lo ringrazierò per sempre perché mi ha dato la possibilità di giocare in Serie A. Io avevo solo 18 anni e giocavo nella Primavera, quando Rossi mi ha chiamato in prima squadra e questo è il più bel ricordo legato a lui. Quel giorno, poi, non pensavo neanche di entrare. Migliaccio si è fatto male e non ci credevo quando mi ha detto di entrare in campo». Ma rispetto a quel 6 febbraio, il centrocampista ghanese vuole che a cambiare sia una cosa fondamentale: il risultato. Quell’esordio, infatti, è stato rovinato dalla vittoria dei viola per 4-2. «A prescindere dai ringraziamenti per Rossi, sono un calciatore e devo giocare al massimo per il mio Palermo. Contro la Fiorentina andiamo in campo per vincere, anche perché giochiamo al Barbera, dove abbiamo sempre grandi stimoli. Per noi un pareggio non sarebbe un risultato positiva».


Zamparini, un secondo padre. Dai ringraziamenti a Rossi a quelli per Zamparini, considerato come un secondo padre. «Il presidente mi vedeva già quando ero con la Primavera e mi incoraggiava a continuare quello che stavo facendo. Mi diceva che facendo così sarei arrivato in prima squadra».


Dall'esordio alla finale di Coppa Italia. E in effetti Zamparini ancora una volta c’ha visto lungo. E dalla Fiorentina alla Fiorentina, Acquah spiega i suoi progressi nell’arco di questi nove mesi. «Dall’esordio in A, credo di essere migliorato tanto, perché sono sceso in campo con continuità e ho giocato la finale di Coppa Italia che fino ad ora è stata la partita più importante della mia carriera, anche se non ho mai ritenuto che dalla finale di Roma io dovevo diventare titolare inamovibile di questa squadra. Inoltre, non ho guardato all’interesse di altri club in estate. Per me, da debuttante, l’importante era continuare a fare bene nel Palermo anche se fa piacere che la società mi abbia ritenuto incedibile».


"Dove mi mettete, sto". Acquah spiega, inoltre, come il Palermo abbia tra le mani un giocatore da utilizzare in più ruoli di centrocampo. «Rossi, ad esempio, mi ha fatto giocare in cabina di regia, quindi potrei fare questo compito se il mister me lo chiede. Ma posso giocare in qualsiasi ruolo di centrocampo, ho la fortuna di avere provato tutti i ruoli, come ad esempio da mezzala destra, una posizione che mi rende un giocatore completo. E ho anche giocato da trequartista».


Obiettivo Nazionale, altro che Boateng. Insomma, dalle parole di Acquah, si capisce che non farebbe certo capricci se mangia lo schierasse da una parte piuttosto che in un’altra. Per lui conta giocare il più possibile, anche perché c’è un altro obiettivo da raggiungere: la Nazionale. «Spero di giocare con regolarità nel Ghana. Mi fa piacere essere seguito e so anche che contro la Fiorentina ci sarà un osservatore della federazione ghanese, quindi possono chiamare in qualsiasi momento». E se per Afry il Ghana è un obiettivo primario, ecco il suo parere sull’addio del centrocampista del Milan, Boateng che ha deciso già di lasciare la nazionale. «Kevin è nato in Germania e suo fratello, infatti, gioca con i tedeschi. Lui ha accettato la proposta del Ghana per il mondiale, perché era onorato di giocarlo. Ma questa è una sua decisione, io posso solo dire di essere molto contento quando gioco per il mio paese».

Un incontro speciale. E concludiamo con l’inizio. Sì, perché prima dell’inizio della conferenza, c’è stato spazio per un piccolo siparietto che ha visto protagonista proprio Acquah. Due adolescenti africani, uno ghanese e l’altro della Guinea, ospiti di un centro di accoglienza di Piana degli Alabanesi, sono arrivati al campo del Tenente Onorato proprio per conoscere il loro giovane idolo. «Sono felice di avere incontrato questi due ragazzi. È difficile venire qui in Europa, spero che chi viene dal Ghana come loro possa avere un accesso facilitato in Europa», ha detto Acquah.

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